Le case comunali: meno pancia e più testa
La ricetta per risparmiare un milione di franchi è stata messa lì sul piatto dai referendisti che si sono espressi l’altra sera ad Acquarossa, davanti ad un pubblico attento e alla fine meravigliato che lo “sperpero” declamato di un milione non risulta poi essere tale, a condizione di ricevere le giuste informazioni. Quale la ricetta? Rimaneggiare l’attuale casa comunale di Dongio, comprimendo le esigenze dell’amministrazione, licenziando del personale, mettendo in strada il Patriziato e altre società. Dulcis in fundo: ristrutturando lo stabile dell’Ufficio Tecnico di Prugiasco lasciando separati i due servizi. Eventualmente, vicini permettendo, procedendo ad un allargamento dello stabile di Dongio a scapito della piazza o di un commercio. E buona notte. Il vantaggio? Il Comune risparmierebbe un milione, secondo i referendisti, ma – questo non è passato loro per la mente – “perderebbe” l’attuale casa comunale, un futuro stabile “patriziale” pronto a ricevere servizi che già prima erano a Comprovasco, inquilini del Comune di Acquarossa (ora sistemati altrove), e che rendevano (anche questi sono soldi) una parte del costo dell’investimento. Certo, resterebbe libera la vecchia scuola di Comprovasco, non poi così spiazzata e irraggiungibile come si vuol far credere! Ma allora il problema non sarebbe quello “della casa comunale” ma quello “delle case comunali”. Tre milioni e mezzo per due edifici, comprensivi della piazza e dell’arredo, di cui uno nuovo, per riunire i due servizi (amministrativo e tecnico), centrati per rapporto al territorio, a pochi passi dalla Pretura appena ristrutturata, che rimarrà sede di uffici statali. Meno pancia e più testa, ecco quanto serve, meno emozioni e meno rabbia, da sempre considerate cattive consigliere.
Piero Ferrari, Motto Blenio