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Addio Cassini

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New York – È infine scomparso il segnale della sonda Cassini. Ieri, quando Cassini ha iniziato la sua discesa nell’atmosfera di Saturno i suoi propulsori sono passati dal 10 al 100% della potenza e la sonda si è disintegra­ta dopo meno di un minuto bruciando a contatto con l’atmosfera: 83 minuti dopo la Terra ha ricevuto il suo ultimo segnale. La missione Cassini è stata un successo e ora che si è conclusa la Nasa è intenziona­ta a creare un avamposto umano nello spazio, ha detto Badry Younes del Deep Space Network della Nasa. «Cassini ha colleziona­to una serie di dati che saranno importanti­ssimi per rivelarci ancora di più sull’atmosfera del pianeta. Quindi non è finita. Ora ci sarà una fase molto lunga di analisi di tutti i dati raccolti finora – ha affermato –. Il prossimo passo, continuare l’esplorazio­ne del nostro sistema solare, in particolar­e le lune di Giove, Europa, e Titano, luna di Saturno, per vedere se ci sono state o ci potrebbero essere le condizioni per l’esistenza di una qualche forma di vita». L’addio della sonda Cassini è avvenuto a 20 anni dal suo lancio e a 13 anni dalle sue incredibil­i corse fra le lune e gli splendidi anelli di Saturno. Il tuffo di Cassini nell’atmosfera di Saturno è stato l’ultimo della lunga serie cominciata nell’aprile 2017, quando Cassini ha iniziato una sequenza di acrobazie nel sistema degli anelli. La manovra finale è stata voluta e decisa proprio in virtù delle eccezional­i scoperte fatte dalla missione, che ha inviato sulla Terra le immagini dei monti e dei fiumi di idrocarbur­i della più grande luna di Saturno, Titano, e i dati che indicano che i ghiacci di un’altra luna, Encelado, nascondono un oceano che potrebbe ospitare la vita. Distrugger­e la sonda è stato quindi necessario per evitare che un’eventuale collisione potesse distrugger­e l’ambiente di questi mondi, compromett­endo future scoperte. Dopo aver percorso 294 orbite in 13 anni intorno al pianeta degli anelli, la sonda si è tuffata alla velocità di circa 113’000 chilometri orari, circa 10 gradi a nord dell’equatore di Saturno. Non è stato un addio silenzioso, perché anche nei primissimi istanti della discesa e fino all’ultimo momento ha continuato a inviare a Terra nuovi dati, da aggiungere a quelli raccolti negli ultimi mesi, tuffandosi tra un anello e l’altro, e che ancora per molto tempo terranno occupati ricercator­i di tutto il mondo.

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KEYSTONE Neanche il tempo di rifletterc­i su

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