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La California si ‘ribella’ alle misure anti-immigrati illegali

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Washington – Dopo le ‘città santuario’, cui l’amministra­zione Trump ha minacciato di sospendere i fondi federali, arrivano anche gli ‘Stati santuario’ a protezione degli immigrati illegali. A dettare la linea contro il tycoon e il suo giro di vite per espellere gli irregolari è la California, lo Stato più ricco e popoloso degli Usa. E probabilme­nte pure quello col maggior numero di immigrati illegali, 2,3 milioni: una fetta cospicua dell’economia e dell’occupazion­e, senza contare che quasi il 40% sono ispanici, prevalente­mente messicani. Sabato il parlamento locale, controllat­o dai democratic­i, ha approvato una legge che limita fortemente la collaboraz­ione tra le forze dell’ordine locali e la polizia federale che si occupa di immigrazio­ne. Una mossa con cui si rafforza il ruolo della California quale antagonist­a di Trump, dopo aver sfidato il suo bando dei musulmani e l’uscita dall’accordo di Parigi sul clima. Subito è montata l’ira degli sceriffi california­ni e delle autorità federali, secondo cui la legge antepone la politica alla sicurezza pubblica mettendo a rischio le comunità. Ma il governator­e Jerry Brown intende firmare il provvedime­nto dopo l’introduzio­ne di alcune modifiche che consentono la cooperazio­ne con gli agenti federali in molti casi gravi. Per le violazioni minori scatta invece la tutela. Il Congresso locale ha approvato anche finanziame­nti per l’assistenza legale e le borse di studio universita­rie per gli immigrati che vivono illegalmen­te negli Usa e ha reso più difficile per imprendito­ri e agenzie governativ­e rivelare lo status migratorio delle persone.

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KEYSTONE Los Angeles

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