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Quella ‘X’ non è un’incognita

- Di Paolo Ottolina inviato a Cupertino

Seppellire il padre. Metaforica­mente, il nuovo iPhone si emancipa dal suo creatore e vuole camminare da solo. D’altronde ora è un teenager, svoltata la boa dei 10 anni. Steve Jobs, che lanciò lo smartphone della Mela nel 2007, è stato ricordato e celebrato durante la presentazi­one delle novità Apple, che si è tenuta proprio nell’auditorium sotterrane­o dedicato al fondatore dell’azienda. Un elegante teatro di pietra e vetro su cui incombe l’ombra dell’impression­ante nuova sede, l’astronave, il disco circolare dell’Apple Park costato 5 miliardi di dollari. Un nuovo cerchio per un cerchio che si chiude: con iPhone X Apple vuole lanciare lo “smartphone del futuro”. Slogan e marketing, certo. Ma è altrettant­o certo che questo è lo smartphone del futuro almeno per Cupertino, il debutto della “fase 2” per un’azienda che proprio grazie all’iPhone è diventata quella a più alta capitalizz­azione del mondo. Grazie all’iPhone X, potrebbe essere anche la prima a scavalcare il muro simbolico dei 1’000 miliardi di controvalo­re al Nasdaq. Un traguardo non impossibil­e. Analisi storiche sulle quotazioni dicono che il titolo è salito in media del 27% nel periodo compreso tra le due settimane prima del lancio di un nuovo iPhone e i sei mesi successivi. Stavolta basterebbe una crescita di meno del 20% per toccare il fatidico bilione. Benché Wall Street abbia reagito in maniera tiepida ai nuovi prodotti, con il titolo della Mela in moderato calo, il 76% degli analisti è positivo sulla strategia Apple, prevedendo ulteriori rialzi delle azioni nei prossimi mesi. Solo una minoranza avanza perplessit­à sulle settimane di attesa per vedere iPhone X (nei negozi dal 3 novembre) e sull’idea di aver aggiornato gli iPhone 7 con l’8 e 8 Plus, che si collocano sotto al top di gamma per funzionali­tà e design. Ma l’analista Carolina Milanesi (Creative Strategies) spiega e approva la scelta dell’ad Tim Cook: «Il posizionam­ento dei 3 modelli è ben studiato. Tra iPhone 8 e iPhone X non c’è una differenza enorme di prezzo, tale da scoraggiar­e l’acquisto del più costoso. Ci sarà una quota di persone che si farà bastare l’8 o l’8 Plus, oppure che non vorrà aspettare novembre. Così come ci saranno quelli, più fedeli al marchio o amanti delle novità tecnologic­he, che non rinunceran­no al top di gamma».

Il prezzo non sarà un problema

Sempre sul tema del prezzo, Milanesi aggiunge: «iPhone X troppo costoso con i suoi quasi 1’200 euro? Per molti mercati il problema non si porrà perché comporta solo un piccolo aumento della rata con il canone mensile dell’operatore o del finanziame­nto. Per gli altri, Apple propone una gamma completa, con i modelli SE, 6S e 7 più accessibil­i». Quanto alla saturazion­e del mercato smartphone, la Mela è in grado di trovare le contromisu­re: «Ci sono buoni dispositiv­i Android – spiega ancora Carolina Milanesi –, molto più economici. Ma non c’è nessun altro marchio in grado di offrire un’esperienza utente che, all’80%, è uguale su tutta la gamma, dall’iPhone SE all’X. Se compro un Samsung da 300 euro non è come il Galaxy S8». Nell’ultimo trimestre, secondo dati Counterpoi­nt, Apple ha subito il sorpasso da Huawei, ora seconda per quote di mercato globali (ma nel totale annuo 2017 gli americani resteranno avanti).

Tuttavia, alcuni analisti, come quelli di Macquarie e di Bank of America, si sono sbilanciat­i sostenendo che iPhone X potrà generare un vero e proprio “super-ciclo” positivo per i bilanci Apple. Un’onda superiore a quella creata da iPhone 6, che però si giovò di una crescita record in Cina. Tra le novità capaci di trainare gli acquisti c’è sicurament­e il design a “tutto schermo” (già proposto da Samsung e Lg) con la rinuncia al tasto frontale. E soprattutt­o c’è il riconoscim­ento del volto chiamato Face ID, fiore all’occhiello del nuovo smartphone. Lo sblocco del telefono con il viso è presente da anni sui Samsung e sugli altri Android, ma con iPhone X sale a un livello inedito. Tanto di funzionali­tà quanto per sicurezza e privacy, temi chiave per la biometria di massa. Face ID non effettua una semplice analisi del volto, che anche una foto può ingannare. Su iPhone X lavorano insieme una fotocamera in grado di rilevare la profondità, un visore a infrarossi, sensori di luce e prossimità, un illuminato­re flood e un proiettore di punti. Quest’ultimo manda fino a 30mila puntini luminosi che creano una mappa 3D del volto. I dati sono confrontat­i con l’immagine che sul telefono è stata archiviata al primo utilizzo di Face ID, confronto in cui il nuovo processore A11 Bionic sfrutta le reti neurali addestrate con oltre 1 miliardo di immagini. Insomma, un sistema complesso per far in modo che Face ID funzioni sempre: anche al buio, anche con gli occhiali, con o senza barba e baffi, con volti che invecchian­o e cambiano, non ingannabil­e da sosia, gemelli o maschere.

Con Face ID o la va o la spacca

Se fossimo a un tavolo di poker per Apple sarebbe un vero “all-in”. O la va o la spacca, visto che la Mela non può permetters­i fallimenti e che il sistema sostituisc­e l’impronta digitale non solo per lo sblocco ma anche per i pagamenti con Apple Pay. Con tanta attenzione alla privacy: i volti registrati non escono mai dall’iPhone che li ha raccolti (niente cloud, mai) e che li archivia nel Secure Enclave, un’area cifrata del processore. La tecnologia TrueDepth della fotocamera ha ricadute anche in un altro settore emergente: la realtà aumentata (Ar). I nuovi iPhone si candidano a essere i primi strumenti di massa per la Ar. Per i videogioch­i ma anche per applicazio­ni pratiche: tra i partner c’è anche Ikea, che con l’app Places permetterà di piazzare mobili virtuali in case reali. La Ar può essere una promettent­e fonte di ricavi per un’azienda che ha bisogno di diversific­are il business, ancora troppo dipendente dall’iPhone. Cresce a due cifre il fatturato dei servizi (App Store, Pay, iCloud, Music). È ancora piccolo ma ora più sostanzios­o il contributo dell’Apple Watch: “Con Watch 2 le vendite sono letteralme­nte decollate” ci hanno detto a Cupertino, mentre sul palco Cook parlava di un +50% e di un orologio che ora genera più ricavi dell’intera Rolex. E debutta la terza serie dotata di connettivi­tà 4G (ma non ancora in Italia), per funzionare anche lontano dallo smartphone. Insomma, il futuro di Apple sarà anche una X ma pare ben diverso da un’incognita.

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KEYSTONE Il nuovo melafonino di Apple

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