Dal Cengalo un’altra frana. Si fa avanti lo Stato italiano
Venerdì sera e durante la notte su sabato si è nuovamente verificata una frana di grandi dimensioni sul Pizzo Cengalo in Val Bondasca, sopra Bondo, dopo quella del 23 agosto e le successive due colate. Fra le 20.30 e 22.30 una parte della massa rocciosa in movimento è scesa a valle. La frana – spiega lo Stato maggiore del Comune di Bregaglia – non ha avuto grandi conseguenze e non ha causato un’immediata colata detritica. Tuttavia, il pericolo rimane, come nelle ultime due settimane, alto. Per ragioni di sicurezza gli abitanti evacuati di Bondo, Spino e Sottoponte ieri hanno potuto accedere alle loro case solo a partire da mezzogiorno. Mentre la vecchia strada cantonale è percorribile a senso unico alternato, con tempi d’attesa fino a 30 minuti. Nel frattempo ad attivarsi è lo Stato italiano. Anche i ministeri dell’Ambiente e degli Esteri stanno infatti monitorando la situazione in Valchiavenna conseguente alla frana del Cengalo. Lo conferma il fatto che nel fine settimana sono arrivati Gian Luca Galletti e Benedetto della Vedova, rispettivamente ministro dell’Ambiente e sottosegretario degli Esteri, che unitamente alle autorità locali e regionali hanno effettuato un sopralluogo. Ai due rappresentanti del governo italiano i rappresentanti del territorio hanno illustrato la situazione sollecitando un programma di interventi da sviluppare su due aspetti: quello della sicurezza, e quindi gli aspetti idraulici legati al tracciato del fiume Mera proveniente dalla Bregaglia, e quello del pesante danno ambientale, relativamente al percorso del fiume e alle aree limitrofe al lago di Mezzola. Il ministro Galletti, dopo aver sottolineato che «la situazione è molto delicata», si è impegnato «già nei prossimi giorni» ad aprire un canale di confronto con le autorità svizzere per «raccogliere tutte le informazioni necessarie per poter disporre di un quadro più puntuale della situazione» nella prospettiva di «ipotizzare gli interventi futuri da mettere in campo per la sicurezza e per il ripristino di natura ambientale». Passaggio, quest'ultimo, necessario per avere una prima indicazione sui costi. L'impegno di tutti è di non far trascorrere anni per passare dalle parole ai fatti.