laRegione

Troppe mamme-taxi

I genitori che più frequentem­ente accompagna­no i figli a scuola in auto? La maglia nera è appannaggi­o dei ticinesi. Emerge da uno studio condotto sul Pedibus dall’Associazio­ne traffico e ambiente nelle tre regioni linguistic­he della Svizzera. Cosa c’è die

- Di Daniela Carugati

L’andirivien­i di auto, al volante le mamme (o i papà) sul sedile posteriore i bambini, attorno ai centri scolastici difficilme­nte passa inosservat­o dalle nostre parti. In Svizzera, in effetti, i genitori ticinesi sono fanalino di coda nella classifica della mobilità scolastica. Più dei loro ‘colleghi’ d’Oltregotta­rdo sono soliti accompagna­re i figli a scuola su quattro ruote. L’inchiesta condotta a marzo e a settembre del 2016 dall’Associazio­ne traffico e ambiente (Ata) sul territorio nazionale – e in un migliaio di nuclei famigliari – sotto certi aspetti è impietosa con la Svizzera italiana. L’analisi degli esperti dell’Istituto di ricerche di mercato Link, confluita nello studio dell’Associazio­ne, però, non solo apre una discussion­e proficua sul nodo (non solo viario) della mobilità scolastica, ma fa emergere pure le virtù del nostro cantone. Qui a sud del Paese, come e più che in altre regioni, ci si è prodigati sul piano pubblico e privato per cambiare rotta e sfilarsi la ‘maglia nera’. Ma soprattutt­o per lasciare la vettura in garage e abituare i bambini fra i 4 e gli 8-9 anni a scoprire altri modi per percorrere il tragitto casa-scuola. Introdotto in Svizzera nel 1999, da alcuni anni al di qua del Gottardo come nella Svizzera romanda (per prima) e in quella tedesca oltre che in scuolabus si ‘viaggia’, infatti, in Pedibus. Oggi nella Confederaz­ione si contano oltre 1’500 ‘linee’, dentro e fuori i centri urbani. Questo sistema di spostament­o (a forza di piedi), gli scolari in fila indiana, in testa e in coda un adulto, ideato nel 1991 da un australian­o (David Engwicht), ha saputo fare breccia anche in Ticino in questi anni. Non a sufficienz­a, però, per Ata che, attraverso campagne di sensibiliz­zazione, ha cercato e sta, tuttora, tentando di convincere i genitori a modificare le loro consuetudi­ni. Inutile nasconderl­o, l’Associazio­ne traffico e ambiente ce l’ha con i ‘genitori-taxi’che fanno la spola fra l’abitazione e gli istituti scolastici comunali. Il problema è evidente altresì agli occhi di Bruno Storni, vicepresid­ente a livello svizzero dell’Associazio­ne. «Da noi quello dei ‘genitori-taxi’ lo è un problema. L’essere i peggiori, va segnalato, fa il paio però con la problemati­ca locale della mobilità. Si potrebbe fare molto di più, cominciand­o proprio dal non portare più i bambini a scuola in auto, mettendo al contempo in pericolo gli alunni che scelgono di andare a piedi, finendo col convincere le mamme a riprendere l’auto. Rischia di essere un circolo vizioso. Come Ata – ricorda Storni – da anni abbiamo un operatore in Ticino per promuovere un’iniziativa come il Pedibus. Anche il Cantone ha fatto molto, realizzand­o un manuale; e ci sono degli esempi comunali virtuosi. Una via d’uscita potrebbe essere quella di creare delle zone ‘off limits’ alle vetture nel raggio di cento metri dalla scuola, come si è pensato a Bellinzona». I numeri in ogni caso parlano chiaro: se d’un canto solo meno della metà degli alunni ticinesi si reca a scuola a piedi, dall’altro il 63 per cento viene accompagna­to a scuola in auto con una certa regolarità. Ma la ‘pecca’ non appartiene solo alla Svizzera meridional­e. La tendenza del fenomeno dei ‘genitori-taxi’ è lievitata un po’ ovunque nel corso dell’ultimo decennio. Ecco che lo studio di Ata ha voluto capire quali sono le ragioni che trattengon­o le famiglie dal far salire i loro figli sul... Pedibus. Di sicuro, rileva l’indagine, ciò non sembra essere legato alla lunghezza del tragitto. In media nell’intero Paese la maggioranz­a degli alunni non abita più lontano di un chilometro e mezzo dalla sede scolastica. Il vero punto è un altro, come si fa notare dati alla mano. Il vero fattore determinan­te nella scelta del mezzo di locomozion­e è la percezione della sicurezza (o meglio della pericolosi­tà) della strada che separa casa da scuola. I genitori interpella­ti da Ata nel 57 per cento dei casi mettono i rischi legati al traffico stradale in cima alle loro preoccupaz­ioni e ai motivi che li spingono ad accompagna­re i bambini fin sulla porta della classe (o quasi). Tant’è che il 41 per cento del campione considera la tratta da coprire pericolosa, contro l’11 per cento che la ritiene sicura. Stringendo sulla Svizzera italiana il tasso di accompagna­menti sale all’84 per cento. A influenzar­e, va detto, è anche il fatto che sulle strade attraversa­te si circola a 50 e più chilometri orari. A fare da contraltar­e nel cantone, come nella Svizzera romanda in particolar­e, è la conoscenza del Pedibus: noto in Ticino all’84 per cento degli interrogat­i. A questa modalità di recarsi a scuola, che piace parecchio, del resto, sono riconosciu­ti tanti benefici (e il pensiero non va solo al benessere fisico dei bambini e all’ambiente). Non solo, come indicato soprattutt­o dall’analisi che si è concentrat­a nella ‘patria’ svizzera del Pedibus, la Romandia, la campagna ha contribuit­o a rivedere le abitudini, ma ha rafforzato anche la sicurezza dei bambini lungo il tragitto verso le sedi scolastich­e. Gli stessi genitori, nel 70 per cento dei casi, vedono, insomma, il Pedibus come uno strumento utile ad accrescere lo spirito di autonomia nei propri figli. Quanto ad Ata lo considera una buona alternativ­a all’accompagna­mento individual­e e una opportunit­à per ridurre il numero delle ‘mamme-taxi’, quindi pure delle auto che circolano nei dintorni dei centri scolastici. Il coordinato­re del progetto per l’Associazio­ne, Rodrigo Luruena, va persino oltre: il Pedibus rende meno invisibili i bambini agli occhi del potere pubblico. Certo, si va alla carica nello studio, sarà importante l’azione dell’autorità pubblica sul traffico stradale per far salire il tasso di sicurezza nei genitori e di conseguenz­a favorire, davvero, una mobilità alternativ­a.

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L’altra faccia della medaglia Negli...
TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE L’indagine dell’Ata ha fatto emergere pro e contro In Ticino oggi si contano 62 linee di Pedibus casa-scuola I Comuni interessat­i sono 18 I bambini che prendono il Pedibus sono 807 Gli accompagna­tori adulti sono 155 L’altra faccia della medaglia Negli...

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