Partenza al cardiopalma
Succede tutto al via: fuori le Rosse, Verstappen e Alonso. Hamilton ringrazia, vince e allunga nel Mondiale
Lo sport sa essere cinico e sorprendente, ma probabilmente è proprio questo che lo rende da sempre magico ed emozionante. Ieri a Singapore si è consumato quanto nemmeno nello scenario più cupo si sarebbe potuto immaginare: allo start in soli cinque secondi fuori Vettel, Verstappen e Raikkonen, oltre ad un incolpevole Alonso partito benissimo. Poi più nulla: vittoria facile di Hamilton su Ricciardo e Bottas. I punti: 263 quelli del caraibico, 235 quelli del tedesco con 6 gare al termine. Bottas è a 212 e a nostro modo di vedere resta da considerare un serio candidato al secondo posto del Mondiale. Nei bar, su Facebook, nelle telefonate si discuterà per lungo tempo su chi abbia sbagliato allo start. La nostra posizione è chiara: nessuno e tutti. Ha certamente sbagliato la partenza Vettel, non veloce come avrebbe dovuto e potuto: un pilota che voglia vincere il titolo in una gara serrata non può e non deve sbagliare lo start, lo deve eseguire perfetto e andare in testa, specie a Singapore dove non si sorpassa nemmeno a pagare. Sebastian ha sbagliato e quando ha compreso di avere così vicino Verstappen, lo ha chiuso verso sinistra come spesso si fa. Ma l’olandese non aveva spazio. Proprio il giovane Max – e per favore guardatevi gli slow-motion con attenzione prima di mal giudicarlo – non gira mai il volante, semplicemente resta in sandwich tra le due rosse. Visto che tutti sanno come sia uno che il piede non lo tira mai su, se può avere commesso un errore è quello di non avere mai frenato, ma davvero ha meno colpe di tutti. Raikkonen è partito in modo splendido, il migliore dei primi ed ha cercato un pertugio che non esisteva alla sinistra della Red Bull con il risultato che al mo-
mento della manovra difensiva di Vettel non ha trovato lo spazio sperato e ha centrato in pieno Verstappen e a seguire il compagno, compiendo il disastro. Va qui detto che a nostro modo di vedere Kimi ha semplicemente tentato portarsi davanti come deve fare un vero pilota di F1. È andata male, molto male per la Rossa che ora ha davvero poche possibilità di portare Vettel al campionato mondiale, perché di base Hamilton può permettersi molti secondi posti senza perdere la leadership. Verstappen ha questo potere nel Circus: fa paura a tutti quando è davanti e rende nervoso anche un pilota navigato e di esperienza come Vettel. Certo, il fondo bagnato di ieri non ha aiutato a costruire una corsa serena per tutti. La corsa ha detto poco se non che Ricciardo è rimasto deluso dal capire che nella notte in Mercedes-Benz avessero lavorato assai bene, tanto che Hamilton in gara era più veloce di lui pur con coperture più usurate. È stata una gara tosta con sole 12 monoposto all’arrivo a conferma che tra safety car – entrate ben tre volte nella corsa e sempre nei dieci anni dai quali si disputa Singapore – e pioggia non è stato semplice portare a casa il risultato. Convincente anche Ocon per l’ottava volta a punti con la sua Force India e nonostante alcuni screzi passati con Perez, ieri ha colto il decimo piazzamento. Singapore, che resta in calendario sino al 2021, si conferma un tracciato dove è impossibile passare e lo ribadisce con chiarezza un frustrato Ricciardo che tanto aveva sperato di imporsi qui, per cominciare con il cambio di propulsore di Monza. La Red Bull e non la MercedesBenz sarà l’ostacolo al mondiale di Vettel: come ogni anno a fine stagione la monoposto migliora e si avvicina, dunque per la Rossa non vi sarà da gestire solo la supremazia della Freccia d’Argento, ma pure il team austro-inglese. Ora si corre a scadenza di una sola settimana di distanza in Malesia e Giappone. Si tratta di due piste guidate e molto tecniche dove i tre team possono equamente vincere. Per Vettel la Malesia si presenta un poco più possibile che non Suzuka. Certo vincere un mondiale può anche essere questione di fortuna e ieri Hamilton ne ha avuta molta, oppure di sfortuna e la Ferrari a sua volta ne ha fatto buona riserva.