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Domenica in rimonta, e la Svizzera è salva

‘È davvero magnifico’. Ma il Paese torna a sperare in Fedrinka.

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Stavolta Henri Laaksonen non delude. E tantomeno lo fa Marco Chiudinell­i, già a suo agio di venerdì. In quella che poteva essere una domenica drammatica e invece si chiude in trionfo, con lo sciaffusan­o che annienta Dzmitry Zhyrmont (6-2 6-2 5-7 6-2), prima del perentorio 6-4 6-3 6-4 con cui il basilese si sbarazza di Yaraslau Shyla, mettendo definitiva­mente fine al (rischioso) spareggio per restare nel tennis che conta. «Vivere per la prima volta simili emozioni è davvero magnifico» dice un Chiudinell­i entusiasta, che per la prima volta in carriera, a 36 anni, vince il singolare decisivo in una sfida di Davis. Come Wawrinka a Sydney nel 2011, oppure ancora come Federer a Ginevra nel 2014. Per una Svizzera che difende così il posto che merita, sognando di rivedere nuovamente Fedrinka in Nazionale. Sperando che abbiano un certo peso i nuovi regolament­i, che obbligano i tennisti a giocare almeno tre volte in Davis per avere il diritto di partecipar­e ai Giochi di Tokyo nel 2020, a cui s’attacca il presidente di Swiss Tennis René Stambach. «Ma è evidente che la formula vada rivista – dice –. Io sarei favorevole a un primo turno ‘tradiziona­le’, seguito però da una fase finale sull’arco di dieci giorni da disputare in un’unica sede».

Clamoroso, scende l’Argentina

Nel giorno in cui Francia (3-2 alla Serbia) e Belgio (3-2 all’Australia) staccano il biglietto per la finale di Davis, l’Argentina campioness­a in carica perde il posto nell’éli- te. A beneficio del Kazakistan, che vince lo spareggio con il punto decisivo di Kukushkin su Schwartzma­n (6-4 6-4 7-6).

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KEYSTONE Missione compiuta

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