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Hockey e diritti televisivi

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Non sono particolar­mente appassiona­to di disco su ghiaccio, eppure sento il dovere di prendere posizione riguardo alle paradossal­i trame ordite dalla Lega hockey e dall’azienda americana Upc. Il tutto a grave danno del servizio pubblico, che dovrebbe pur restare alla base della nostra società. Le esagerate pretese della Lega e di Upc (giustament­e rifiutate da Ssr) ci portano ad una ben triste conclusion­e: stiamo andando sempre più verso una società a doppia velocità. La Ssr, che rappresent­a tutti noi, ha dovuto inchinarsi alla plutocrazi­a (dominio dei ricchi) che intendeva succhiare anche il sangue all’ente pubblico in cambio dei diritti televisivi. Dapprima i Signori ti offrono facilmente lo sport. Poi, d’un tratto dicono: “No, adeso se vuoi continuare ad appassiona­rti metti mano al portafogli­o!”. Ma non è così che vanno le cose, Signori miei. I malati negli ospedali, i vecchi nelle case di riposo, le persone negli istituti e nelle prigioni, la popolazion­e tutta ha il sacrosanto diritto di far sua e mantenere una passione che spesso vuol dire vivere. Diciamo dunque un “no” deciso a uno sport offerto (a caro prezzo!) solo all’élite della società. Reagiamo fin che siamo in tempo; facciamo sentire la nostra voce prima che tutto lo sport (e non solo quello) ci venga tolto dalle mani.

Federico Martinoni, Minusio

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