Linea più dura degli Stati per i pedofili
Le persone condannate per reati sessuali non potranno più lavorare a contatto con i minori
Il Consiglio dagli Stati adotta la legge di applicazione dell’iniziativa di Marche Blanche. Eccezioni per relazioni tra adolescenti.
Chiunque sia stato condannato per abusi sessuali su minori non potrà più lavorare a contatto con bambini. È quanto prevede la legge di applicazione all’iniziativa popolare di Marche Blanche adottata ieri dal Consiglio degli Stati per 26 voti a 12 e 4 astenuti. Per rispettare il principio di proporzionalità, i giudici godranno tuttavia di un margine di manovra. Il dossier va ora al Nazionale. Il 18 maggio 2014, l’iniziativa di Marche Blanche aveva fatto il pieno dei voti popolari. Alla chiusura dei seggi i Sì erano stati il 63,5%. Tutti i Cantoni si erano detti a favore, Ticino e Romandia in testa. L’iniziativa chiede di pronunciare obbligatoriamente l’interdizione a vita di esercitare un’attività professionale o onorifica in contatto con giovani per chi ha subito una condanna per reati sessuali commessi su minori. Una minoranza avrebbe voluto non entrare nel merito della proposta di legge, lasciando invece ai tribunali l’onere di applicare il nuovo articolo costituzionale così come adottato dal popolo. Il relatore della commissione Fabio Abate ha tuttavia dichiarato che «non è nella cultura di questa Camera non affrontare i problemi». La maggioranza ha quindi respinto la non entrata nel merito per 35 voti a 7, sostenendo la necessità di formulare una legge il più aderente possibile all’iniziativa, dando così ai giudici una bussola cui orientarsi. Nel corso del dibattito, il plenum ha inserito varie novità rispetto al progetto governativo. La legge fa distinzione tra due tipi di divieti: uno riguarda le attività con minori sotto i 16 anni e l’altro mira a proteggere gli adulti: in futuro, un giudice che condanna una persona per atti sessuali su minori o persone incapaci di intendere e volere dovrà vietargli vita natural durante qualsiasi attività a titolo professionale o onorifico con persone che ricadono in queste due categorie. Sono quindi comprese le attività legate alle professioni sanitarie e che implicano contatti diretti con i pazienti. Eccezioni sono previste per le relazioni tra adolescenti. Se al momento dell’atto, l’autore aveva meno di 22 anni e il minore meno di 14 e che tra i due era in corso una relazione amorosa, il divieto a vita non sarà pronunciato automaticamente. Il progetto è più severo del giro di vite adottato dal parlamento prima della votazione sull’iniziativa popolare. Col controprogetto indiretto in vigore da inizio gennaio 2015, il divieto di esercitare una professione dopo una condanna per abusi sessuali è già stato esteso alle attività extra professionali. Oggi il divieto a vita può già essere inflitto, così come la proibizione ad avvicinarsi a una determinata persona.