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Meno imposte sulla ricchezza di settemila milionari

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I ricchi ticinesi piangono. Perché pagano troppe tasse. Lo dice il messaggio governativ­o che cita anche un esempio. Un contribuen­te qui residente che ha un patrimonio di 100 milioni di franchi con un rendimento pari al 2 per cento (ovvero 2 milioni annui), paga annualment­e in Ticino imposte per 1,38 milioni di franchi (750’000 sul reddito e 630’000 sulla sostanza), ossia “l’equivalent­e del 70% del proprio reddito”, il che va oltre la soglia del 60 per cento già riconosciu­ta come tetto limite da altri legislator­i cantonali. Ed è questa una delle nuove misure presentate ieri dal governo, che – parlamento permettend­o – scatterann­o a partire dal 2018. Perché – l’ha detto ieri Christian Vitta e lo si scrive nel messaggio governativ­o – si avvertono “segnali di insofferen­za da parte di questa categoria di contribuen­ti nonché alcuni casi di partenze». Per quanto in passato “non si è assistito a una fuga di massa”. Meglio evitare, s’è detto il governo che ha altresì deciso di ridurre l’aliquota d’imposta sulla sostanza (superiore ai 2,8 milioni di franchi) dal 3,5 al 2,5 per mille in due anni, entro il 2020, passando al 3 per mille dal 2018. Circa settemila, si calcola sulla base degli ultimi dati fiscali, i contribuen­ti che beneficera­nno delle nuove misure; il 20 per cento di chi versa l’imposta sulla sostanza. La riduzione del gettito pubblico, per Cantone e Comuni, sarà evidenteme­nte altrettant­o graduale: 5,4 milioni per le casse cantonali e 4,1 milioni per gli enti locali in meno già nel bilancio consuntivo del prossimo anno. Poi si salirà sino a raggiunger­e il pieno regime – a partire dal 1° gennaio 2020 – con una riduzione del gettito di 15,2 milioni per il Cantone e di 11,5 milioni per i Comuni. La misura, a detta del governo, si giustifica per diversi motivi. Non ultimo perché l’attuale imposizion­e sulla sostanza “può condurre a delle situazioni fortemente penalizzan­ti per i contribuen­ti con ingenti patrimoni” si legge nel messaggio. Può capitare, si aggiunge, che “per pagare l’imposta sulla sostanza, i contribuen­ti si vedano costretti a erodere i proventi che traggono da questa sostanza o addirittur­a si ritrovino costretti ad intaccare il proprio patrimonio... ”.

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