Madrid sospende l’autonomia finanziaria catalana
Madrid – Il governo Rajoy si è preso le chiavi della cassaforte catalana. Un salto di “qualità” dello scontro in atto tra Madrid e Barcellona sull’indipendenza catalana, che ha già attirato sul governo di Madrid l’accusa di autoritarismo. La sospensione da parte della Spagna dell’autonomia finanziaria dell’esecutivo di Barcellona è scattata a 48 ore dall’ultimatum per la cancellazione del referendum del 1° ottobre. Il ministro delle Finanze spagnolo Cristobal Montoro ha avocato a sé il pagamento di dipendenti pubblici e fornitori della Generalitat Catalana per evitare che “un solo euro” possa essere speso per organizzare la consultazione indipendentista. La misura è un primo serio passo verso l’applicazione da parte di Rajoy dell’articolo 155 della Costituzione, considerata l’arma estrema a disposizione del premier, che gli consentirebbe di assumere il controllo diretto del governo catalano e di sospendere Carles Puigdemont e il suo esecutivo. Un passo questo che anche un politico rigido come Rajoy esita a compiere, consapevole delle possibili pesanti conseguenze che potrebbe avere in Catalogna e nei futuri rapporti fra la Spagna e i catalani. Davanti alla resistenza catalana alle misure repressive varate finora – denunce penali contro Puigdemont e i suoi ministri, che rischiano fino a otto anni di carcere, e contro 712 sindaci favorevoli al referendum, minacce di arresti, perquisizioni e sequestri di materiale elettorale, comizi vietati – la pressione su di lui da parte del suo stesso partito il Pp e dei media madrileni cresce ogni giorno. Anche l’esautorazione finanziaria di Barcellona a 13 giorni dal referendum sembra non poter fermare Puigdemont. “Andremo avanti”, ha confermato il vicepresidente catalano Oriol Junqueras. Nella crescente spirale di tensione fra Madrid e Barcellona, il diluvio di colpi che si abbatte su Puigdemont, per solidarietà e orgoglio nazionale,“fa crescere ogni giorno il numero di catalani che vogliono votare” avverte l’analista Jordi Juan. E sembra rafforzare, secondo alcuni osservatori, la simpatia internazionale e in Spagna per la causa catalana.