laRegione

’Ndrangheti­sta a Cresciano? ‘Scarcerato e senza indizi’

-

Non un boss e nemmeno un gregario della ’ndrangheta, la mafia calabrese. Perché sul suo conto – secondo la Corte di Cassazione italiana che ha accolto il ricorso della difesa – non sussistono gravi indizi di colpevolez­za circa la sua appartenen­za al sodalizio criminale. Perciò lo scorso giugno (ma la notizia viene comunicata ora dal suo legale) Giovannino Mosca è stato scarcerato. Lo ha deciso il Tribunale della libertà di Catanzaro applicando l’ordine della Cassazione. Ora, con la prima udienza fissata il 26 settembre in Calabria, il processo chiarirà definitiva­mente la sua posizione in relazione all’accusa di associazio­ne per delinquere di stampo mafioso.

Tirato in ballo da un pentito

Ne parliamo perché il 57enne calabrese è titolare di un permesso C rilasciato­gli dal Canton Soletta e sin dal 2010 abita in un appartamen­to a Cresciano, dov’è domiciliat­o; in Ticino lavora come muratore e nei fine settimana si reca in visita ai familiari in Lombardia. Un anno fa – spiega alla ‘Regione la sua legale di Pavia, l’avvocata Barbara Bertoni – un pentito aveva fatto il suo nome indicandol­o, insieme ad altre persone, come appartenen­te alla cosca di Belvedere Spinello, facente capo ai Marrazzo e attiva nel Crotonese ma con ramificazi­oni anche al Nord, in particolar­e nella zona di Rho. Accortosi del rischio di arresto – nell’ambito dell’operazione ‘Six Town’ i carabinier­i di Catanzaro avevano fermato l’ottobre scorso 36 presunti ’ndrangheti­sti attivi nelle province di Crotone, Cosenza, Milano, Pavia e Varese – Mosca accompagna­to dal proprio legale si era consegnato spontaneam­ente ai Carabinier­i di Pavia, capoluogo provincial­e a una quarantina di chilometri dal suo Comune di residenza italiano, Mede, dove risulta avere avuto una piccola impresa edile. Dopo oltre 7 mesi di carcere preventivo a Catanzaro, Mosca è stato posto in libertà senza alcuna esigenza cautelare: «La Cassazione ha stabilito che sul suo conto non è emerso nulla», annota l’avvocata Bertoni: «Nessun contatto telefonico o di altro genere con le altre persone indagate, nessuna intercetta­zione. E mai è stato visto insieme a uno degli altri indagati».

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland