‘Guru’ e SanaVita fanno il giro del mondo
L’ampia e dettagliata inchiesta di ‘Vice magazine’ svela aneddoti e dettagli mancanti di una vicenda agghiacciante
“Mangia, che il pesce non è pene: la storia di Waldo Bernasconi, il ‘guru’ dell'anoressia”. È l’inchiesta di Irene Graziosi pubblicata su ‘Vice magazine’, network Usa, con trentacinque sedi (una a Milano), in diciotto paesi, che ha ricostruito la vicenda sulle motivazioni della sentenza di primo grado a Como (confermata in Appello a Milano e dalla Cassazione di Roma). Anzitutto, Irene Graziosi riporta un blog del 2007: “Uno dei post riguarda un processo per abusi sessuali su minore celebratosi in Ticino negli anni Novanta, quando un padre prova a legittimare l’incesto con le teorie psicologiche di Waldo Bernasconi. L’uomo aveva seguito un corso tenuto da Bernasconi nella West Deutsche Accademy con sede a Massagno non riconosciuta dalle autorità ticinesi”. L’uomo “aveva avuto per cinque anni rapporti con la figlia maggiore e racconta le lezioni e la masturbazione reciproca, spacciata per massaggi bionergetici nelle zone erogene”. Interrogato in merito, Bernasconi aveva parlato “della mediocrità dell’allievo e aveva negato di aver masturbato i suoi allievi”. Bernasconi nel maggio 2016 dalla Cassazione è stato condannato in via definitiva a sei anni e mezzo per violenza sessuale aggravata ai danni di tre sue pazienti. I familiari delle pazienti hanno saputo di SanaVita dalle comparsate di Piero Billari (braccio destro di Bernasconi) su Rai e Mediaset. Familiari che se la potevano permettere visto che la retta di SanaVita era di 450 franchi al giorno. Irene Graziosi ricorda quanto dichiarò al magistrato Galia Novachona, collaboratrice di Bernasconi: “Dovevamo selezionare per le cliniche di Waldo figlie di benestanti per non perdere tempo con chi non aveva soldi per la retta e portarle a Lugano a fare shopping sexy: biancheria, minigonne inguinali, calze autoreggenti” mentre i “blocchi energetici vengono trattati con massaggi ispirati alla teoria dei meridiani energetici e dei chakra, il più delle volte in zone pubiche”. “Mangia, che il pesce non è pene” è quanto il ‘guru’ dice nell'estate 2006 a una giovane paziente di SanaVita, dove in un’altra occasione le dicono di cambiarsi perché “tette e culo non sono abbastanza in mostra”. L’inchiesta parla inoltre di un tentato suicidio di una paziente: “Il 4 agosto 2000 viene ricoverata d’urgenza all’ospedale di Lugano con profonde ferite all’addome provocate da un coltello seghettato”. L’ultima parte dell’inchiesta si sofferma sulle violenze sessuali, soprattutto sul diario della 22enne di Morbegno, ospite della SanaVita dall’agosto 2003 al dicembre 2004, morta suicida nell’estate dell’anno successivo. “Pagine che testimoniano la continua manipolazione psicologica operata da Bernasconi nei suoi confronti e gli abusi sessuali''. Manipolazione psicologica che fa sentire la ragazza in colpa “per essere così inibita a livello fisico ed emotivo” per cui si dispera perché non riusce a soddisfare il ‘prof’ (così si faceva chiamare Waldo Bernasconi). “L’unica soluzione che vedo ora sarebbe quella di morire”, dal diario di Giulia (nome di fantasia), che dopo il suicidio, era stato trovato dalla madre. Nei confronti di Waldo Bernasconi e Isaac George la Corte d’Appello di Milano, nel settembre dello scorso anno, ha ordinato l’arresto. Il primo vive in Ticino, il secondo è latitante. L’unico in carcere è Piero Billari.