Sgravi e premio bebè
Sgravi per il patrimonio dei milionari, per le aziende innovative e non. E assegno ‘una tantum’ per ogni nuova nascita: ecco il compromesso.
«Oggi vi presentiamo un’impostazione diversa». Manuele Bertoli, consigliere di Stato socialista, ha avuto ieri l’onere – o l’onore – di presentare il nuovo pacchetto fiscale, dopo gli sgravi degli anni Duemila che tanta battaglia generarono, giocando al contempo la carta della socialità. Una riforma approvata all’unanimità che riduce le imposte ai milionari (tramite la riduzione di un punto dell’aliquota sulla sostanza), sgrava le imprese e soprattutto aiuta le “start-up”, e al contempo sostiene le infrastrutture dedicate alla prima infanzia, ma anche vara un “assegno parentale”; un sussidio unico, una tantum, per ogni figlio che nascerà in Ticino, da genitori residenti, a partire dal prossimo anno. «Venti milioni investiti nella società grazie all’economia privata e concedendo sgravi fiscali in parte alle persone giuridiche in parte a quelle fisiche» ha aggiunto Bertoli. Un compromesso, pare di capire, che dovrebbe mettere tutti d’accordo. Da qui lo slogan: «Un equilibrio che garantisce la simmetria dei vantaggi» dice il presidente parafrasando quella “simmetria dei sacrifici” più volte suonata e ascoltata in occasione di tagli alla spesa pubblica. Tutti gli interessi sono ponderati, promette Bertoli. Il boccone più grosso è toccato a Christian Vitta, direttore del Dfe, che ha descritto le misure fiscali partendo dagli obiettivi: migliorare l’attrattività fiscale del Ticino nel contesto intercantonale; non far scappare i grandi contribuenti; una strategia coordinata a favore dell’innovazione. La “polpa” della riforma riguarda l’imposta sulla sostanza (vedi sotto), e in particolare la riduzione dell’aliquota impositiva dal 3,5 al 2,5 per mille in due anni, dal 1° gennaio 2018 al 2020. Scendendo progressivamente. Settemila milionari i beneficiati. Gettito ridotto, a pieno regime, di 15,2 milioni annui per le casse cantonali e di 11,5 milioni per quelle comunali. E anche, cumulo d’imposta cantonale e comunale – sempre per le persone fisiche – su reddito e sostanza limitato al 60 per cento del reddito imponibile complessivo del contribuente. Così facendo, ha spiegato Vitta, si guadagnano sei posizioni nel raffronto intercantonale sull’imposizione dei milionari. Riduzioni d’imposta anche per le “start-up”, aziende innovative che non sempre trovano le condizioni giuste per decollare; anche in questo caso sono previsti sgravi a chi investe, dona o esercita attività in questo settore. Non ultimo, la riduzione d’imposta sul capitale delle persone giuridiche, mentre la tassazione dell’utile per ora non si tocca: «Verrà considerata nel secondo pacchetto fiscale» ha precisato Vitta. Ma come detto, non solo di fisco si
parla. C’è la quota “socialità” presentata sempre ieri da Paolo Beltraminelli, direttore del Dss, che dovrebbe mitigare una perdita finanziaria complessiva (fra Cantone e Comuni) calcolata sui 50 milioni annui a partire dal pieno regime, vale a dire dal 2020. «Con questi nuovi interventi puntiamo su una socialità mirata» ha detto subito il direttore del Dss. Mirata non solo “per i più poveri ma anche per il ceto medio”. E infatti spunta l’assegno parentale (vedi sotto) che aiuta i genitori: un importo unico di 3’500 franchi per ogni nuovo figlio, a partire dal prossimo anno. Limite reddito familiare lordo: 140’000 franchi e 400’000 franchi di sostanza netta. E anche sviluppo delle strutture d’accoglienza (nidi, spazi extrascolastici). Venti milioni a carico dei datori di lavoro che si vedranno aumentare la massa salariale versata alla cassa professionale. Perché lo Stato deve fare squadra, s’è detto, con famiglie e azienda.