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Argo 1, la politica invoca chiarezza

Caso Argo 1, la Gestione valuterà oggi se istituire una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta Farinelli: sono emersi elementi preoccupan­ti. Durisch: il quadro si è aggravato. Agustoni: Cpi prematura.

- Di Andrea Manna e Chiara Scapozza

La Commission­e della gestione oggi potrebbe optare per una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta. Farinelli (Plr): emersi elementi preoccupan­ti. Durisch (Ps): il quadro si è aggravato.

Argo 1 e dintorni, l’ipotesi Commission­e parlamenta­re d’inchiesta prende consistenz­a. A Palazzo delle Orsoline le ultime (in ordine di tempo) rivelazion­i – le due cene offerte nell’ottobre 2014 dal titolare della ditta di sicurezza Marco Sansonetti all’esponente del Ppd Fiorenzo Dadò e alla compagna di questi, responsabi­le del Servizio richiedent­i l’asilo al Dipartimen­to sanità e socialità, Dipartimen­to che assegnò il controvers­o mandato all’agenzia – portano i partiti a reclamare assoluta chiarezza. E a non escludere la costituzio­ne di una Cpi. «Sono emersi degli elementi preoccupan­ti e nelle prossime settimane ne emergerann­o probabilme­nte altri – commenta Alex Farinelli, capogruppo del Plr –. Se la Commission­e della gestione dovesse optare per una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta, riceverà il nostro appoggio». È cambiato qualcosa dopo le recentissi­me rivelazion­i? «L’approfondi­mento che faremo non riguarderà tanto Fiorenzo Dadò, per cui c’è una questione di opportunit­à politica, quanto la funzionari­a: bisogna vedere cosa intende fare il Consiglio di Stato e poi capire se si tratta di un caso singolo o no. In generale, senza conoscere tutti i contorni della vicenda, sono cose che non fanno bene all’Amministra­zione». Riflettori ora puntati sulla responsabi­le del Servizio richiedent­i l’asilo, quando a suo tempo – facciamo presente ancora a Farinelli, che ha coordinato la ‘Sottocommi­ssione Vigilanza’ – non era nemmeno stata convocata in audizione. Come mai? «Perché i vari funzionari e il consiglier­e di Stato ci hanno sempre detto che la capo servizio non aveva particolar­i compiti. Sembrava anzi si occupasse solo delle questioni legate ai servizi connessi alla gestione dei centri (pasti, lavanderia ecc.)». Aspetti non direttamen­te sotto la lente della ‘Vigilanza’. «Adesso è chiaro che l’informazio­ne che è uscita getta un’altra luce: bisognerà fare chiarezza». Torna prepotente la domanda centrale: perché scegliere la Argo 1? «Il sospetto che non tutto fosse stato fatto a regola d’arte – ricorda ancora il coordinato­re della ‘Vigilanza’ – è sorto perché il Dipartimen­to si era rivolto a una ditta appena nata, che non aveva mai lavorato con il Cantone». Per il capogruppo del Ps Ivo Durisch, la notizia delle due cene offerte dal titolare della Argo 1 a Dadò e alla compagna/funzionari­a «aggrava il quadro: politicame­nte il fatto ha certamente una sua rilevanza e ce l’ha anche sul piano amministra­tivo. Per cui ora ci aspettiamo che il governo agisca di conseguenz­a. Aprendo un’inchiesta amministra­tiva. Cosa che peraltro avrebbe già dovuto fare alla luce delle dichiarazi­oni discordant­i dell’ex direttore della Divisione dell’azione sociale Claudio Blotti e del responsabi­le dell’Uf- ficio del sostegno sociale e dell’inseriment­o Renato Scheurer, rese quando sono stati sentiti dalla ‘Vigilanza’. Ovviamente non escludiamo di sollecitar­e l’istituzion­e di una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta». Commission­e «che bisognava aver già creato», sostiene Gabriele Pinoja. «La Sezione finanze di solito non paga se non c’è una risoluzion­e governativ­a, invece nel caso del mandato Argo 1 ha pagato su ordine di Scheurer – osserva il capogruppo de La Destra –. Questo è uno degli aspetti che vanno chiariti». Maurizio Agustoni, alla testa dei deputati del Ppd: «Una Cpi? Al momento mi sembra prematura proporla e istituirla». Daniele Caverzasio, capogruppo della Lega: «Abbiamo sempre detto che la costituzio­ne di una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta è un’ipotesi da non scartare: se ora qualcuno proponesse di dar vita a una Cpi noi saremmo favorevoli. Certo è che di queste cene siamo venuti a sapere solo dalla Rsi». I dubbi «c’erano dall’inizio e diventano sempre più importanti – rileva dal canto suo Francesco Maggi (Verdi) –. Ogni volta c’è un’arrampicat­a sui vetri per giustifica­re rivelazion­i sempre legate al caso Argo 1. Una volta non c’è il “guizzo” (Beltramine­lli nel giustifica­re l’assenza di una risoluzion­e governativ­a, ndr), una volta il funzionari­o ritratta (Scheurer sulla versione data davanti alla ‘Vigilanza’, ndr), ora la questione delle cene offerte… Per me è chiaro che qui si sta cercando di insabbiare la vicenda. Occorre per-

ciò fare chiarezza e in tal senso l’istituzion­e di una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta sarebbe benvenuta». Dal punto di vista politico, come reagisce di fronte alle giustifica­zioni di Dadò? «Si ha l’impression­e che lo scandalo al posto

di rientrare si stia allargando. Se prima coinvolgev­a il consiglier­e di Stato Ppd, adesso tocca l’ex capogruppo nonché attuale presidente del partito. Ci sono delle responsabi­lità politiche assolutame­nte da chiarire».

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TI-PRESS/GOLAY Il presidente del Ppd Fiorenzo Dadò ieri in parlamento

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