Lac, là dove batte il cuore culturale
Roberto Badaracco
Intervista al titolare del Dicastero cultura, sport ed eventi che ci accompagna fra i bilanci, le novità in ambito museale e le attese per i due poli sportivo e congressuale.
È una legislatura intensa per il Dicastero cultura, sport e eventi di Lugano diretto da poco più di un anno da Roberto Badaracco. Fra le priorità del Municipio figurano infatti il Polo sportivo e quello turistico congressuale che scontano i ritardi accumulati negli anni scorsi. Dal profilo culturale e degli eventi, invece, la situazione appare quasi consolidata e ‘potrà solo migliorare’.
Fra il Gay Pride in arrivo nel primo fine settimana di giugno 2018 e i successi di pubblico di LongLake e dell’evento Harley, non mancano certo le proposte di ogni genere a Lugano. Con il turismo che ha ripreso fiato, la rete museale messa a punto, il centro culturale che funziona a pieno regime e qualche asso nella manica (come la mostra su Picasso), le prospettive appaiono ottime. Mentre sono annunciati miglioramenti qualitativi ed estetici per le feste d’autunno e i mercatini di Natale, la zona attorno al Lac sta diventando il vero cuore culturale della città. Quanto ai poli sportivo e congressuale, bisognerà invece ancora pazientare.
Cominciamo dalle priorità del Dicastero che conduce, quali sono?
La prima, posto che la struttura già esiste, è di far crescere ancora il Lac. Ora è un neonato che ha avuto subito successo, ma occorre consolidarlo e farlo diventare un centro culturale di respiro nazionale e internazionale. Una perla di qualità con tanto pubblico che possa portare il nome di Lugano in tutto il mondo. Le premesse ci sono e c’è la volontà di migliorare continuamente. Poi vi sono le urgenze del Polo congressuale del Campo Marzio e di quello sportivo a Cornaredo. Per entrambi la parola d’ordine è “non perdere tempo” e dimostrare che l’ente pubblico può realizzare velocemente progetti ambiziosi con la partecipazione dei privati. Una prima a livello ticinese. Peccato che questa consapevolezza, ovvero che questi centri sono assolutamente indispensabili per lo sviluppo della città, sia arrivata tardi. Il primo polo è il vero motore di sviluppo economico e turistico della regione, il secondo è essenziale per stare al passo con le altre città svizzere e per le numerose società sportive di Lugano.
Anche il palazzetto dello sport è atteso da anni…
A livello sportivo come città paghiamo diversi affitti per strutture non nostre nell’ottica di permettere le varie attività. Se li mettessimo assieme ci accorgeremmo che avremmo i soldi per investire in una sola struttura moderna e funzionale che ospiti tutti, con sinergie e forse anche risparmi. Il Polo sportivo difficilmente sarà a costo zero per l’ente pubblico. Vista la sua importanza strategica la messa a disposizione di qualche decina di milioni sarebbe comunque più che giustificata.
Lugano può già definirsi città dello sport?
Credo proprio di si. Abbiamo circa 140 associazioni attive in tutti gli sport. Un dinamismo senza pari in Svizzera. Grandissime squadre in serie A e di successo e movimenti giovanili molto attivi. Una bellissima realtà che tocco con mano quasi ogni giorno. Dobbiamo esserne fieri perché lo sport fa veramente bene al fisico e all’anima e tiene lontani i giovani da occupazioni meno sane. Questo fine settimana abbiamo un grande evento sportivo, Lugano Bike Emotions, interamente organizzato dalla Divisione Sport e alla sua prima edizione, dedicato alle mountain bike e con grandi campioni nazionali. Ci diamo insomma da fare!
Dallo sport alla cultura. Cominciamo dal Lac, come sta andando?
Benissimo ed è stata vinta una grande scommessa! Ora tutti, anche i più riluttanti, si rendono conto che senza questo Centro culturale la città si sarebbe impoverita e avrebbe perso slancio e sfide importanti sul piano nazionale. In gioco non vi è solo l’aspetto di crescita personale e culturale dei propri cittadini, ma anche un discorso economico. La cultura porta realtà, aziende, compagnie e strutture che generano un importante indotto economico sul territorio. Con l’ente autonomo al Lac sarà garantita l’indispensabile autonomia culturale, che non significa essere slegati da un controllo comunale che deve comunque sussistere.
La riorganizzazione nella cultura è dunque giunta alla fine?
Una ulteriore tessera del grande mosaico culturale è costituita dall’imminente costituzione della Fondazione “Culture e Musei”, che include il “vecchio” museo delle culture, con l’apertura del museo di Villa Malpensata, una sede prestigiosa che ben si sposa con le finalità museali. Stiamo costruendo i pilastri della cultura a Lugano nei prossimi 10-20 anni, con offerte di grande qualità e richiamo. Con le strutture giuste a livello culturale e avviando sinergie a livello organizzativo, di produzione, di marketing e di prodotti, si innescheranno circoli virtuosi necessari per alimentare il turismo culturale. I numeri ci sono. Senza dimenticare che il Masi ha ottenuto quasi due milioni di franchi dalla Confederazione per i prossimi quattro anni, segno che il lavoro svolto è di prima qualità.
Ci sono dati e cifre su spettatori e percentuali di occupazione della sala?
Il numero di spettatori è altissimo. Per i concerti spesso è tutto esaurito. Lugano in Scena ha conosciuto una crescita esponenziale, realtà sconosciuta fino a qualche anno fa. Poi c’è la mediazione culturale e le scuole. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare le persone verso l’arte e la cultura, un investimento essenziale per il futuro. Dal profilo artistico, l’anno scorso il museo e le esposizioni sono stati visti da oltre centomila visitatori, quarantamila con il solo Signac. Di che rallegrarsi.
Qual è il prossimo grande nome?
A marzo è in arrivo Picasso e mi auguro sia un grande successo. Tutte le mostre sono di estrema qualità e questa ci viene riconosciuta dai media e dagli esperti internazionali. Ma vi è anche una fiera dell’arte su carta, come Wop-Art, nata da poco ma già molto apprezzata (ora allestita al Conza), che dimostra le potenzialità di crescita nel settore. Posizionarsi a livello internazionale rappresenta una carta fondamentale. Il Lac ha trasformato la città e il sentimento della cultura a Lugano. Si è veramente capito che abbiamo fatto un salto di qualità. Una casa di tutti, non elitaria ed esclusiva.
Quando comincerà ad operare il direttivo dell’ente autonomo?
Ci riuniremo il 29 settembre e stiamo valutando alcune opzioni per le due persone da cooptare. Vorremmo integrare competenze in settori che ci mancano, come esperti dal profilo amministrativo, gestionale, finanziario. In ogni caso l’Ente autonomo partirà dal 1° gennaio dell’anno prossimo. Poi ci sarà il passaggio del personale, probabilmente a metà del 2018.
Circola già qualche nome?
È prematuro. Vorremmo qualcuno a cui viene riconosciuto un ruolo di competenze importanti affinché il Consiglio direttivo sia forte e possa fornire un supporto ideale alla direzione e a tutta la struttura.
Come sta andando il sostegno all’Osi?
Lugano ha fatto la sua parte aumentando il contributo a 650mila franchi all’anno. Mi delude invece l’atteggiamento di alcuni Comuni della regione che si sono chiamati fuori o han- no promesso contributi molto esigui. È inconcepibile negare un aiuto di poche migliaia di franchi per una causa così importante! Non si è ancora capita la posta in palio e l’imminente pericolo dietro l’angolo. Da una parte, la sopravvivenza di un’istituzione musicale interamente nostra che ci dà lustro e prestigio, generando importanti ricadute sul territorio, dall’altra il rischio di dover chiudere i battenti con un danno ingentissimo alla nostra realtà culturale. Mi auguro che i recalcitranti ritornino sulle loro posizioni per solidarietà interregionale.
Come si potrebbe rimediare alla carenza di sale teatrali di medie dimensioni?
È stato un vero peccato perdere il Cittadella, che poteva offrire spazio per oltre quattrocento spettatori e condizioni ideali. Forse avremmo dovuto fare di più per salvarlo. Era la cosiddetta via di mezzo fra i mille posti a sedere del Lac e i 150 del Foce. Oggettivamente non sarà facile trovare altri spazi simili e neppure trovare i fondi per crearli, a meno di non trovare privati che investono. Ci piacerebbe poter disporre del Cinema Corso. Abbiamo contattato i proprietari ma non è facile. Sarebbe uno “Stadtkino” perfetto con proposte cinematografiche a completamento del Lac. È una struttura fantastica, protetta a livello architettonico. Forse con qualche adattamento potrebbe ospitare anche spettacoli di teatro (senza grandi scenografie).
E per la mancanza di sale prove?
Stiamo lavorando su alcune ipotesi. L’obiettivo è di realizzare almeno una sala appropriata per le prove di grandi dimensioni e un piccolo centro di competenza teatrale dove gli artisti possano trovarsi a casa. Nella nostra idea questa struttura dovrebbe servire non solo Lugano ma tutto il territorio ticinese con la scena delle compagnie che operano in Ticino. Un bel progetto di cui si sente una grande mancanza!
Cosa farete per la caffetteria della Malpensata?
Ne parleremo presto in Municipio. Stiamo pensando di rinunciare al progetto della caffetteria poiché troppo costoso. Nessuno se la sente di chiedere altri 600mila franchi al Consiglio comunale. Potremmo propendere per una soluzione ridotta, con la sistemazione del museo e uno spazio mescita più semplice.
Continuerete a puntare sugli eventi?
Certo! La città è sempre viva e offre grandi occasioni di svago durante tutto l’anno. In estate proponiamo veramente tantissimo: Longlake, Estival, le Harley, Street Food, Blues. Numerosi visitatori dall’estero, e non solo, rimangono estasiati. Più volte mi hanno detto “Che bello vivere a Lugano, avete sempre qualcosa e ci si diverte tantissimo!”. Forse non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo, diamo tutto per assodato e scontato. Invece, tutto ciò è frutto di un continuo lavoro della Divisione Eventi e Congressi e della volontà di fare sempre meglio per soddisfare veramente tutti i gusti, da quelli dei più piccoli ai giovani, dagli adulti a quelli più in là con gli anni.
Qual è il bilancio personale del primo anno e mezzo in Municipio?
Sicuramente positivo. Dal profilo personale è stato un periodo frenetico e molto arricchente. Sto calandomi sempre più nel ruolo dopo la necessaria fase di apprendimento. Si tratta di un Dicastero interessantissimo che tocca tutti gli aspetti della vita del cittadino. Le sfide sono tante e la carne al fuoco non manca. Questo mi entusiasma. Occorre possedere svariate competenze fra la cultura, con il Lac e le varie fondazioni, lo sport con le tantissime società e strutture e gli eventi e il turismo con gli innumerevoli appuntamenti che ospita Lugano. È un’attività bellissima e stimolante e anche se prende tantissimo tempo penso sempre dentro di me: sono fortunato a poter vivere una simile esperienza di vita. Credo che Lugano abbia opportunità incredibili, è indispensabile crederci e non perdere mai la voglia di fare e di osare. Le prospettive per il futuro sono davvero ottime.