Un talento in mezzo al caos
Il ticinese Nikola Milosavljevic è una delle poche note positive nel disastroso inizio di stagione del Sion
La sua squadra, il Sion, sta vivendo un inizio di stagione a dir poco difficile: eliminazione nel terzo turno di qualificazione all’Europa League contro i modesti lettoni del Suduva; settimo posto in Super League (2 successi, 2 pareggi e 3 sconfitte) a soli tre punti dal fanalino di coda Losanna; ma soprattutto la clamorosa uscita di scena dalla competizione per eccellenza dei vallesani (nonché pallino del vulcanico presidente Constantin), la Coppa Svizzera, salutata sabato con la sconfitta 21 sul campo dello Stade Losanna. Una situazione complicata, nella quale sta però emergendo tutto il talento di Nikola Milosavljevic, che paradossalmente nel momento di massima difficoltà del club, sta vivendo forse il punto più alto della sua ancor giovane carriera. Se infatti nella scorsa primavera, dopo il trasferimento a gennaio dal Chiasso, il 21enne era stato schierato sempre e solo con la U21 vallesana (due volte in panchina con la prima squadra), nella nuova stagione le cose sono cambiate. L’esordio in Super League con la maglia biancorossa (aveva già collezionato tre presenze nella massima serie con il Lugano nel campionato 2015/2016) è avvenuto alla quarta giornata nella sconfitta 2-0 a Zurigo (18 minuti nel finale), a cui hanno fatto seguito ben quattro titolarizzazioni consecutive, una in Coppa (successo al primo turno a Gränichen) e tre in campionato (pareggi con Lucerna e Basilea, sconfitta con il Gc). «Chiaramente sarei stato più contento se avessimo vinto, ma non posso che essere soddisfatto sia per essermi ritagliato un posto da titolare, sia per come ho giocato – afferma il centrocampista ticinese, nato e cresciuto (anche calcisticamente) a Lugano –. L’anno scorso non ho praticamente avuto alcuna occasione di mostrare quello di cui sono capace, ma con Tramezzani la situazione è cambiata: lui ha subito detto che avrebbe dato una possibilità a tutti, senza guardare in faccia a nessuno e facendo giocare chi avrebbe meritato. Io mi sono guadagnato le mie opportunità in allenamento e penso di averle sfruttate come meglio non
avrei potuto. Purtroppo non è bastato per aiutare la squadra a vincere, ma a livello personale per essere alle prime armi in Super League penso di essermela cavata piuttosto bene». Alle soddisfazioni personali per l’ex giocatore del Team Ticino, si contrappone come detto una prima parte di stagione da dimenticare per la compagine vallesana... «Evidentemente non è l’inizio che ci aspettavamo. È vero che i molti infortuni non hanno aiutato, ma bisogna pure dire che ci siamo complicati da soli la vita. Nelle ultime partite spesso siamo passati in vantaggio, con il Grasshopper addirittura
due volte, ma non siamo mai stati capaci di gestire la situazione. Non siamo nemmeno stati troppo fortunati, perché ogni minimo errore, lo abbiamo pagato a caro prezzo. Ma la squadra c’è, la qualità in rosa non manca e nemmeno i giocatori importanti con esperienza sia in Svizzera sia all’estero, per cui sono sicuro che riusciremo ad uscire da questa situazione. Anche perché lo spogliatoio è sempre stato unito ed è proprio tutti assieme, come gruppo, che si superano momenti difficili come questo». Gruppo sul quale “pesa” l’ingombrante presenza di un presidente sempre molto vicino alla
squadra... «È una persona che tiene molto a fare bella figura e ovviamente non è contento dei risultati che stiamo ottenendo, anche perché sa bene che il potenziale del gruppo è molto alto. La cosa importante però è che, pur essendo arrabbiato e deluso, è sempre molto vicino alla squadra e giovedì sarà lì ad incitarci come sempre».
Ultimatum per il Trame
Già, domani a Cornaredo, dove lo stesso Constantin ha deciso che a guidare i vallesani ci sarà ancora l’ex tecnico del Lugano Paolo Tramezzani, voluto fortemente dal “prés” dopo la grande (mezza) stagione alla guida dei bianconeri ma ora più in bilico che mai, tanto che lo stesso numero uno del Sion ha pubblicamente dichiarato di avergli concesso ancora tre partite (con Lugano, Young Boys e Losanna) per invertire la tendenza... «Sono certo che contro il Lugano daremo tutto anche per il mister, perché la squadra è al cento per cento con lui. È una bella persona, con una grande personalità e che chiede il massimo rispetto nel rapporto allenatoregiocatori e viceversa. Inoltre è un grandissimo lavoratore, pretende tanto dai suoi calciatori, ma dà anche tantissimo».