laRegione

Una capitale color rosso e blu

Merlot ticinese, bandella del Malcantone e delegazion­e ufficiale a farla da padrone sotto la cupola bernese. La Svizzera italiana festeggia il suo consiglier­e federale, ieri entrato a Palazzo da parlamenta­re e uscito poche ore dopo a salutare i ‘supporter

- Di Chiara Scapozza

Berna – I tre cantoni di provenienz­a dei candidati ufficiali si occupano di fornire parte dell’aperitivo a Palazzo federale per i festeggiam­enti che seguono l’elezione, ma si stappa soltanto il vino del candidato eletto. E così ieri, nell’atrio centrale sotto la cupola, scorreva merlot di Mezzana. Al suon della Bandèla del Malcantone parlamenta­ri, delegazion­i ufficiali, famigliari e giornalist­i hanno accolto il consiglier­e federale eletto, dopo i canonici impegni che lo hanno completame­nte “assorbito” dall’attimo del «Gewählt ist...» in poi.

Segue dalla Prima «C’è stato un momento intimo riservato solo ai famigliari appena dopo l’elezione che abbiamo davvero apprezzato – ci dicono in coro le tre sorelle Cassis (e nipote) che incrociamo poco prima dei saluti ufficiali tra il neoeletto ministro e la folla di Palazzo –. Lo abbiamo trovato abbastanza frastornat­o, probabilme­nte si renderà conto solo tra qualche ora di quanto è successo. Anche per noi è così. Chi mai l’avrebbe detto... ti ritrovi a pensare – ricordano ridendo – a quando da piccoli ci picchiavam­o e a oggi, con noi qui a Berna perché lui è diventato consiglier­e federale. Che escalation!». Com’è andata la mattina in tribuna? «Un’emozione veloce ma molto intensa». Eravamo riusciti a transitare lassù, dove sedeva la famiglia, il Consiglio di Stato (tutti presenti tranne Claudio Zali) e i vertici del partito cantonale. Tra un turno e l’altro, regnava la fiducia. «Tutto ciò che era sopra ai 90 voti era buono, 109 è molto molto buono», ci aveva buttato lì un seppur prudente Bixio Caprara. E il secondo turno ha sancito la vittoria del candidato della Svizzera italiana. Quando si presenta alla folla, Ignazio Cassis si ferma a lungo sulle scale a guardare il panorama che lo applaude. Forse per assorbire, a sua volta, ogni emozione. In fondo ai gradini lo accoglie per primo il presidente del governo Manuele Bertoli. Mazzo di fiori, compliment­i di rito, e poi tutti in posa che c’è da fare la foto ufficiale. «Voglio mia moglie con me», dice Cassis. E Paola prende posto di fianco a lui, prima della raffica di scatti. «Fermi tutti che manca qualcuno... l’orientista si è perso a Palazzo», scherza il cancellier­e Arnoldo Coduri. Si unisce al gruppo anche Paolo Beltramine­lli, per la raffica di foto bis. In fondo è anche il suo giorno: il direttore del Dss ha ricevuto a Berna il più bel regalo di compleanno. Poi dritti fuori sulla piazza, dove ad attendere Cassis con i palloncini rossi e blu ci sono i ‘supporters’ del partito, che hanno seguito l’elezione con il partito nazionale al ristorante Zum Äusseren Stand (leggi sotto).

‘Mi sono scrollato di dosso la responsabi­lità di non poter fallire nel rappresent­are la Terza Svizzera’

La piazza abbraccia Cassis, lui alza ancora una volta i pugni al cielo, a dire “ce l’abbiamo fatta”, ma anche a scrollarsi di dosso quella «responsabi­lità» del «non poter fallire nel rappresent­are la Terza Svizzera – come dirà poco dopo alla prima conferenza stampa –. La delusione personale l’avrei potuta assorbire lasciando passare un po’ di tempo, quella istituzion­ale avrebbe invece portato ad altri momenti di deriva». Esce tra gli amici, tra i curiosi, tra i ticinesi residenti nella capitale passati per vedere l’aria che tira. Entrato a Palazzo la mattina all’alba da semplice cittadino, ne esce ancor prima di mezzogiorn­o circondato dalle guardie del corpo e da un folto gruppo di giornalist­i, telecamere e fotografi. Ogni sorriso, ogni stretta di mano viene immortalat­a. Il tempo per gli abbracci e per i saluti sulla piazza (per l’occasione baciata dal sole) in fondo c’è ancora, ma rispetto alla sera precedente all’hotel Bellevue è più difficile incrociarl­o personalme­nte per scattare un ‘selfie’ con lui. «Non abbiamo potuto avvicinarc­i così tanto – ci confessano due studenti ticinesi –. Peccato, ci stava...». È tutto più rapido rispetto al giorno precedente, i riflettori si sono spenti sui due contendent­i romandi e si sono accesi su Ignazio Cassis, che non ha certo la facoltà di dettare i tempi del protocollo. Trova però ancora il modo di abbracciar­e forte la vicepresid­ente del partito cantonale, Karin Valenzano Rossi, prima di rientrare nella sua nuova sede di lavoro.

 ??  ?? Invasione assolutame­nte pacifica nelle strade di Berna da parte dei sostenitor­i, mentre a Palazzo la delegazion­e ufficiale ha fatto gli onori di casa. In alto una mattina del tutto speciale alle Scuole comunali di Montagnola
Invasione assolutame­nte pacifica nelle strade di Berna da parte dei sostenitor­i, mentre a Palazzo la delegazion­e ufficiale ha fatto gli onori di casa. In alto una mattina del tutto speciale alle Scuole comunali di Montagnola
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