Rapida e indolore
Berna – Christian Levrat è seduto in fondo alla Sala del Consiglio nazionale, alle spalle di Ignazio Cassis, su una delle sedie addossate alla parete semicircolare nelle quali i ‘senatori’ prendono posto quando lì si riunisce l’Assemblea federale. Il presidente del Ps in primavera l’aveva quasi giurata al consigliere nazionale ticinese, già allora dato per ‘papabile’: “Ti accanisci contro la riforma delle pensioni? Attento, rischi di non diventare mai consigliere federale”, gli aveva detto in sostanza davanti a una fotocopiatrice nella Sala dei passi perduti. Poi i due si sono spiegati. E non se n’era fatto un ‘caso’.
Ieri non poteva venire che dal Ps l’impulso per tentare di fare lo sgambetto a Ignazio Cassis. Ma già alla vigilia si era capito che mancavano i presupposti: un sostegno univoco a Pierre Maudet o a Isabelle Moret all’interno del gruppo, un’unità di vedute fra socialisti e Verdi, una strategia coordinata con il Ppd a fa- vore di uno dei due rivali di Cassis. Per non parlare dell’ipotesi Laura Sadis rapidamente accantonata. Il presidente del Ps Christian Levrat ha seguito l’elezione seduto alle spalle di Cassis, su una delle sedie in fondo alla Sala del Consiglio nazionale, tra quelle che vengono riservate ai ‘senatori’ quando lì è riunita l’Assemblea federale. Il friburghese in primavera aveva promesso al ticinese – già allora dato per ‘papabile’ – di fargli pagare, in caso di candidatura al Consiglio federale, i suoi attacchi alla riforma delle pensioni: i due poi si erano spiegati, il ‘caso’ era rientrato. Pochi minuti dopo l’elezione, i giornalisti fanno capannello attorno a Levrat. Come ha votato il gruppo socialista? «Ho l’impressione che i voti del Ps a Moret al primo turno siano in seguito stati distribuiti tra Maudet, in maggioranza, e Cassis». In generale, il ‘senatore’ afferma di «non essere sorpreso più di quel tanto: avevo scommesso su Cassis eletto al secondo turno con 124 voti». Avete tentato nelle ultime ore di coinvolgere il Ppd in una manovra anti-Cassis? «No. Comunque, non si può fare granché se una maggioranza dell’Assemblea è per un candidato. E questo era evidente da parecchi giorni. Bisogna anche dire che i profili politici dei tre erano abbastanza vicini». Il presidente del Ps non si attende una rottura nella linea politica del governo. «La teoria dello scivolamento a destra non mi convince. Mi aspetto che Cassis segua in buona misura la linea politica attuale del Consiglio federale, senza grandi cambiamenti strategici per quel che riguarda la politica europea». La ‘questione femminile’ s’è posta in quest’elezione, con Isabelle Moret che ha fatto una discreta figura al primo turno. Un sostegno «simbolico», dice Levrat. A suo avviso, «i ticinesi hanno una grossa responsabilità. Le inimicizie interne al Plrt hanno fatto sì che alla fine non abbiamo avuto dal Ticino un ticket che almeno avrebbe lasciato la speranza di risolvere sia la questione regionale, sia quella femminile. Ora [con il prossimo ritiro di Doris Leuthard, ndr] andiamo verso una situazione delicata: un Consiglio federale con una sola donna».