Bixio Caprara: strategia giusta
La soddisfazione del Presidente ticinese: ‘La strategia, del candidato unico, era giusta: il partito ha dimostrato di essere attento e di condividere la nostra impostazione’.
Si scusa, ferma a metà l’intervista per una stretta di mano e un commento con un politico del Canton Uri. Torna al microfono: «Bisogna salutarli anche dopo eh...». E certo. È parte integrante della “strategia”, quella che il presidente del Plrt Bixio Caprara ha avuto la responsabilità di assumersi e di portare avanti fino alla fine: un solo nome dalla Svizzera italiana, quello di Ignazio Cassis. E ora, col seggio in tasca e i palloncini rosso e blu che decorano piazza federale, va dato a Cesare quel che è di Cesare... La strategia era giusta. «Non è stata un’improvvisazione, bensì una valutazione attenta della situazione di partenza – commenta soddisfatto Caprara –. E soprattutto una discussione molto intensa con tutti quelli che sanno di cosa si parla quando si affronta il tema dell’elezione di un consigliere federale. Abbiamo la fortuna di avere nel nostro partito delle persone che hanno avuto un’importante esperienza politica a Berna. Grazie a loro è stato possibile creare questo consenso. Non è stato immediato». Con quali sentimenti sta vivendo un mercoledì storico per il Plrt? «Sono contento. Il partito ha dimostrato di essere attento e di condividere la nostra impostazione – prosegue Caprara –. Impostazione che era soprattutto basata sulla competizione nazionale in cui era chiaro che i romandi non ci avrebbero fatto alcun tipo di sconto. Sarebbe stato completamente differente se ci avessero detto che il seggio era prioritariamente riservato alla Svizzera italiana». Il Plrt ha avuto modo di ripeterlo: in tal caso, la lista di nomi sarebbe stata più lunga. «Ma questo segnale non c’è mai stato – riprende il presidente –. Con questa premessa significa che devi andare con il candidato che ha le chance migliori per vincere». Ossia Ignazio Cassis. Anche su questo punto non c’è mai stato alcun dubbio: soprattutto dopo ‘l’endorsement’ ricevuto da Christian Vitta e Laura Sadis, i due nomi che fin lì erano circolati con maggiore insistenza quali potenziali validi candidati. Era il 1° agosto. «È stato un percorso fatto di molte tappe», ricorda il presidente. Ora si guarda avanti. Cosa attendersi dal consigliere federale della Svizzera italiana? «L’ho sempre detto: non pensiamo che il consigliere federale ticinese possa fare una politica regionale. Non è mica quello il discorso – replica Caprara –. Vale anzi il contrario: portare le sensibilità culturali e le problematiche della Svizzera italiana all’interno di un esecutivo federale che potrà tenerne conto». E la politica ticinese potrà abbandonare certi discorsi nei confronti di Berna... «Certamente. Il minimo che si possa dire è che il colloquio si semplifica – prosegue Caprara –. Però occorre approfittarne in modo intelligente: per fare delle proposte, per costruire, e non per esprimersi a suon di scheda bianca». La “frecciatina” va ai due deputati leghisti Lorenzo Quadri e Roberta Pantani, che avevano annunciato la loro astensione nel voto di elezione.
‘Ci sono cose che si possono fare e altre no. Abbiamo già visto alcuni abbaiare alla luna...’
«Bisogna accettare di essere svizzeri e capire che, in base a una ponderazione degli interessi, ci sono cose che si possono fare e altre meno. Abbiamo già visto che alcuni hanno abbaiato alla luna, senza però riuscire ad essere concreti: c’è un aspetto di legalità e di interesse nazionale che va rispettato. La Svizzera oggi ha dimostrato di voler bene al Ticino – conclude Caprara –. Questo è il segnale più importante: che i ticinesi sappiano che non ci sia esclusione. Gli svizzeri tedeschi in particolare amano molto il Ticino, dobbiamo essere bravi a proporci in modo intelligente lavorando con loro, e non costruendo muri. Bisogna costruire ponti, come ha detto spesso Ignazio. È questo l’approccio giusto».