Le attese della cultura
Boas Erez: mi auguro che Cassis sappia pure veicolare l’immagine di un cantone che è cambiato, che fa e che osa fare. Marco Zappa: riduttivo parlare di minoranze, il Ticino è una parte della Svizzera. Tommaso Soldini: spero che si adoperi affinché venga d
Il rettore dell’Usi Boas Erez: spero che sappia anche veicolare l’immagine di un Ticino che fa e che osa fare. Lo scrittore Tommaso Soldini: si adoperi affinché si dia un taglio ai tagli.
Da ieri forse pure lei, la Svizzera italiana che produce cultura, in tutte le sue espressioni, guarda alla Berna politica più di quanto abbia fatto in questi diciotto anni di assenza di un ministro federale proveniente dal nostro cantone. Con quali aspettative? «Nel mio primo anno di attività ho voluto incontrare anche i deputati ticinesi alle Camere e Ignazio Cassis mi era sembrato tra i più sensibili alle questioni concernenti il nostro ateneo: mi auguro che il neoconsigliere federale mantenga questa sensibilità verso i problemi e le esigenze del mondo universitario svizzero – afferma Boas Erez, rettore dal 1° settembre 2016 dell’Università della Svizzera italiana –. Ma soprattutto mi auguro che in governo Cassis sappia altresì veicolare l’immagine di un Ticino che in questi diciotto anni è cambiato. Di un cantone che ha fatto e che ha osato fare nel rispetto comunque dei valori confederali. Che ha partecipato e partecipa alla costruzione di una Svizzera moderna e aperta. L’Usi è una testimonianza, una delle tante, di questo cambiamento». ‘C’ come cultura, come cinema. «Se il Festival internazionale del film di Locarno – dice il suo presidente Marco Solari –ha continuato a crescere lo deve pure alla ‘mano protettrice’ dei consiglieri federali che si sono succeduti da quando la rassegna esiste. Una crescita che proseguirà, ne sono convinto, anche con Cassis». Di più. Per Solari, il nuovo consigliere federale «potrebbe agevolare – nei suoi futuri contatti istituzionali con l’Italia, di cui conosce lingua e cultura meglio dei suoi colleghi ministri – i nostri rapporti con il mondo cinematografico italiano. Il Festival ha fame di film italiani». A Solari preme tuttavia sottolineare un aspetto che va oltre il settore di cui si occupa: «Per quasi vent’anni è stato disatteso un articolo della Costituzione federale secondo il quale tutte le componenti linguistiche del Paese devono essere rappresentate in governo. Con l’elezione di Cassis abbiamo dato seguito a ciò che la Carta fondamentale sancisce. Siamo così usciti da una situazione da ‘repubblica delle banane’. Peccato che ci sia voluto tutto questo tempo». Marco Zappa, musicista e cantautore di lungo corso, ritiene «riduttivo e fuorviante parlare oggi in Svizzera di minoranze linguistiche, cosa che porta il nostro cantone a essere considerato perlopiù un posto dove trascorrere le vacanze». Un Cantone «che concorre invece a pieno titolo alla crescita, culturale e non solo, della Svizzera. E della Svizzera il Ticino è una parte, con i suoi problemi e le sue aspirazioni. Una parte appunto, termine che io preferisco alla parola minoranza». E in quanto parte della Svizzera «il Ticino, meglio la Svizzera italiana dovrebbe essere sempre rappresentata in Consiglio federale. Con un ministro che ovviamente deve la- vorare nell’interesse dell’intero Paese». Con Cassis la Svizzera italiana è in Consiglio federale. Stringato ma eloquente il regista teatrale Daniele Finzi Pasca: «Ci voleva un ministro federale che non solo parlasse italiano, ma che di notte sognasse in italiano». Fuori dal coro lo scrittore e insegnante Tommaso Soldini: «Sarà la stagione, sarà il clima politico attuale, fatto sta che nel giorno dell’elezione di Ignazio Cassis mi sento raffreddato. Penso per esempio alla sua rinuncia al passaporto italiano, come se avesse voluto misconoscere una parte importante della propria identità, o al suo non sentirsi minimamente vittima, in veste di deputato al Nazionale, di un palese conflitto di interessi quando era alla testa di un’importante associazione di casse malati». Rincara lo scrittore: «I colpi di cannone di stamattina (ieri, ndr) a Bellinzona mi hanno prima di tutto spaventato, poi però ho provato a considerarli come una specie di battesimo. Spero che in Consiglio federale Cassis diventi un uomo nuovo e si ricordi, per esempio, che difendere l’italianità, come ha promesso, ha un senso quando si esercita un’attenzione per le minoranze in generale, quindi per tutte le culture non dominanti. Mi auguro perciò che il rappresentante della Svizzera minoritaria sappia porre un taglio ai tagli, un freno alla politica condotta da quella maggioranza, nella quale Cassis si è fin qui riconosciuto, che ha oggi quasi annullato qualsiasi confronto con chi, in Svizzera, ha meno voce degli altri».