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I tentativi dal 1999 della Svizzera italiana di entrare nell’esecutivo federale

- Di Fabio Barenco

Dopo 18 anni la Svizzera italiana è nuovamente rappresent­ata in Consiglio federale. In questo lasso di tempo i tentativi, falliti, da parte di candidati ticinesi non sono però mancati. Su un ticket ufficiale di un partito ne sono apparsi solo due: Norman Gobbi nel 2015 e Remigio Ratti nel 1999. Quest’ultimo fu proposto ufficialme­nte dal Plr alla succession­e di Flavio Cotti. Una rielezione di un candidato della Svizzera italiana per sostituire il ticinese uscente era però molto improbabil­e. Infatti Ratti non superò lo scoglio del secondo turno, raccoglien­do 33 voti nel primo e 17 nel secondo. Nel 2002 fu la volta di Patrizia Pesenti, che però non figurava tra i candidati ufficiali proposti dal Ps alla succession­e di Ruth Dreifuss. Tanto che la prescelta della sezione ticinese ottenne a Palazzo federale 15 voti al primo turno, 13 al secondo e 12 al terzo. Nel 2003 sembrava che fosse giunta l’ora del liberale radicale Fulvio Pelli che però rinunciò alla candidatur­a ufficiale per lasciare il posto, spiegò, a una donna (Christine Beerli). Fu così Hans-Rudolf Merz a sostituire l’uscente Kaspar Villiger. Scrutinio che viene però ricordato soprattutt­o per la mancata rielezione di Ruth Metzler a favore di Christoph Blocher. Fu la ‘rottura’ della cosiddetta formula magica. Pelli, un po’ a sorpresa, non fu inserito nel ticket ufficiale nemmeno nel 2009, quando era presidente del Plr. Per la succession­e di Pascal Couchepin fu però votato nei primi turni, sostenuto dalla sinistra, il ‘candidato selvaggio’ Dick Marty che ottenne 34 voti al primo turno, 12 al secondo e 5 al terzo. Anche il neoeletto Ignazio Cassis fu già in lizza per entrare in governo: nell’elezione per la succession­e di Hans-Rudolf Merz del 2010, ottenne 12 voti al primo turno, per poi ritirarsi al secondo. Anche in questo caso però non si trattò di una candidatur­a ufficiale del Plr, ma piuttosto di una candidatur­a di ‘bandiera’. Stessa sorte per Marina Carobbio un anno più tardi: quando Alain Berset sostituì Micheline Calmy-Rey, la deputata socialista ticinese ottenne 10 voti al primo turno per poi non ripresenta­rsi al turno successivo. L’ultima candidatur­a ticinese, inserita ufficialme­nte nel ticket dell’Udc nel 2015, fu quella di Norman Gobbi. Dopo 16 anni senza un esponente della Svizzera italiana nell’esecutivo federale si percepì che si stava avvicinand­o il momento giusto. Gobbi ottenne ben 50 voti al primo turno, 30 nel secondo e 11 nel terzo. Probabilme­nte però il fatto di non essere membro dell’Udc lo penalizzò.

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KEYSTONE Nel 2015 Gobbi uscì sconfitto

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