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Il Messico conta i suoi morti

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Città del Messico – Sono oltre duecento i morti provocati dall’ultimo violentiss­imo terremoto che ha colpito il Messico centrale. Dopo quello di una decina di giorni fa, martedì un nuovo sisma di magnitudo 7.1 ha aggiunto distruzion­i e nuovi lutti. La capitale Mexico City è stata particolar­mente colpita, con decine di edifici lesionati, l’aeroporto reso inagibile, l’interruzio­ne della corrente elettrica in molti quartieri e la morte di 32 bambini rimasti uccisi dal crollo della scuola in cui si trovavano. Milioni di abitanti della città si sono svegliati ieri con la paura di nuove scosse, e poco importa se secondo molti esperti quella di martedì – a differenza di quella dello scorso 7 settembre – non porterà con sé una lunga scia di repliche. Il bilancio di vittime è in ogni caso destinato ad aggravarsi. L’ultimo è 225 morti, gran parte dei quali nello stato di Morelos (71) e a Città del Messico (86), oltre che a Puebla e negli Stati di Messico, Oaxaca e Guerrero. Il rientro a casa di migliaia e migliaia di persone si è svolto in mezzo a numerose difficoltà, tra l’altro per le fughe di gas e le strade chiuse, molte delle quali senza semafori a causa dei blackout, soprattutt­o nell’area del centro e del sud della capitale. Quasi quattro milioni e 600mila tra case, negozi e altri edifici sono senza elettricit­à, ha riferito la compagnia elettrica nazionale. La gran parte delle abitazioni senza elettricit­à si trovano nella zona della capitale e negli Stati di Guerrero, Morelos, Puebla, Oaxaca e Tlaxcala. In un messaggio alla nazione, il presidente Enrique Peña Nieto ha chiesto agli abitanti delle aree colpite di limitare gli spostament­i per non intralciar­e il lavoro dei soccorrito­ri, e annunciato tre giorni di lutto in tutto il Paese.

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KEYSTONE Alla ricerca di superstiti

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