Lo stratega dello strappo: come ai giorni di Tejero
Madrid – Se non proprio Franco, Tejero. «Quando la Guardia Civil è entrata nel Palazzo della Generalità ho rivisto le immagini del colpo di Stato franchista del colonnello Tejero nel 1981: la stessa Guardia Civil allora attaccava il parlamento spagnolo, oggi il governo della Catalogna». Jordi Sanchez, il presidente della Assemblea Nazionale Catalana, stratega nell’ombra della corsa verso l’autodeterminazione, ha evocato il tentato colpo di Stato in una Spagna da poco uscita dal franchismo, per commentare l’intervento della Guardia Civil di ieri. Intervistato dall’Ansa, Sanchez ha detto che a ispirare la politica del capo del governo spagnolo Rajoy «c’è la cultura politica franchista che torna a crescere», nel silenzio dell’Europa e dei suoi governi. L’esecutivo Rajoy, ha insistito, «non accetta il dialogo per risolvere un problema politico e ha deciso di usare la forza per evitare che i cittadini catalani votino». La risposta dei catalani sarà ora una “rivolta democratica”: centinaia di migliaia di persone in piazza, manifestazioni in tutto il paese «in una mobilitazione pacifica senza precedenti per difendere le nostre istituzioni e il diritto di decidere il nostro futuro». Che tuttavia il referendum del 1° ottobre possa svolgersi è ben improbabile, dopo gli arresti del vicepresidente Oriol Junqueras, il sequestro dei dieci milioni di schede elettorali e di molto altro materiale, l’intercettazione in posta delle convocazioni dei membri dei seggi. «Certo, le condizioni non sono ideali – ha ammesso Sanchez. – Ma per noi il primo ottobre rimane la data del referendum. La Catalogna eserciterà il suo diritto all’autodeterminazione prima o poi, piuttosto prima che poi». Come nella stessa Ue ha fatto la Scozia pacificamente. «Ma a Londra – ha osservato Sanchez – c’è una tradizione democratica che il governo spagnolo non ha» dopo 40 anni di franchismo. «Nell’Europa del XXI secolo, però, non si possono mettere le manette alla democrazia. Non capirlo è un grave errore del governo spagnolo».