Sara Carnazzi Weber: ‘Non demonizzare il processo di digitalizzazione’
«L’andamento dell’economia ticinese rispecchia sostanzialmente quella nazionale e non si vedono all’orizzonte grossi cambiamenti con i settori quali l’export e il turismo orientati in territorio positivo», ci spiega Sara Carnazzi Weber che fa notare come anche a Sud delle Alpi gli investimenti in beni strumentali potrebbero conoscere un aumento nei prossimi mesi. «Nonostante una lunga stagione di tassi d’interessi bassi, le imprese hanno incrementato di poco gli investimenti. Questo è dovuto prevalentemente al fatto che i mercati di sbocco (Eurozona in primis) erano in crisi. Se non c’è mercato, le imprese difficilmente aumentano la capacità produttiva. Non dimentichiamo che in pochi anni l’economia svizzera ha dovuto assorbire una crisi finanziaria e lo shock del franco», commenta l’economista del Credit Suisse.
Nel vostro studio parlate del processo di digitalizzazione e robotizzazione come di possibili fattori che spingeranno la crescita. Anche in Ticino?
Non siamo in grado di dare dei dati precisi sul Ticino. A livello nazionale notiamo un aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo oltre che nell’informatica. Valutiamo che circa il 36% delle attuali attività potrebbero – in linea teorica – essere sostituite dalle macchine. Ma non bisogna demonizzare il processo di digitalizzazione. La domanda di beni e servizi in grado di innalzare la qualità della vita aumenterà di pari passo con il benessere e creerà altri impieghi.
Nello studio affermate che la produttività dell’economia interna è ancora troppo bassa. Come rilanciarla?
Ci sono ancora settori sostanzialmente protetti che dovrebbero essere più aperti alla concorrenza affinché anche il progresso tecnologico possa mettersi in moto. Penso all’agricoltura o alla sanità . In questo modo anche comparti finora meno produttivi della nostra economia potrebbero contribuire alla crescita, ivi compresa la creazione di nuovi lavori promettenti. Ci sono però dei limiti oltre i quali è difficile aumentare la produttività e dove la componente umana sarà ancora essenziale. Il manifatturiero in questo ha delle possibilità in più.