Galliciotti si è dimesso
Tenero-Contra, il sindaco ha informato il Municipio che lascerà a fine anno
La decisione è caduta a sorpresa dopo 13 anni di lavoro, nel bel mezzo del quarto mandato ai vertici dell’esecutivo. ‘I dissidi politici? Dipende sempre da come li si vive’.
Paolo Galliciotti, sindaco di TeneroContra, lascerà la carica e il Municipio a fine dicembre. Lo ha comunicato ai colleghi d’esecutivo nella seduta di martedì sera. Nella lettera in cui formalizza la sua decisione parla di “ragioni familiari e professionali, che mi impediscono di continuare a dedicare all’attività politica il tempo e l’impegno che essa richiede”. Avrà così chiuso un cerchio ampio 13 anni, interrotto per altro non per l’esaurirsi naturale di una legislatura, ma a metà di un mandato (il quarto).
Sindaco, lei ha giustificato il suo prematuro abbandono con motivi familiari e professionali, ma chi ha seguito le vicende politiche tenerine non può esimersi dal chiederle se nella decisione ha pesato l’‘affaire’ della Scuola dell’infanzia, osservato, dall’esterno, come una sua sconfitta personale.
Non lo è stata. Il Municipio prima e il Consiglio comunale poi avevano deciso di sostenere la procedura che ha portato a un progetto vincente, poi nel gioco democratico è andata altrimenti. Non l’ho quindi vissuta come uno smacco personale perché un cambiamento di rotta poteva essere messo in conto; è chiaro che per come vedevo io le cose mi è spiaciuto, ma non tanto per me stesso, quanto per tutta l’energia e i soldi che erano stati investiti.
Comunque quella situazione ha dato la sensazione di aver pesato parecchio nelle dinamiche interne della compagine municipale: non sono mancati gli scambi di cortesie e lei a conti fatti è apparso come messo all’angolo e in minoranza nel suo stesso Municipio.
Per come la vivo io non è importante la pressione che ti mettono gli altri, ma il modo in cui tu la gestisci in un determinato momento. In questo momento, e in linea generale, diciamo che mi pesano cose che forse 10 anni fa mi sarebbero scivolate via. D’altro canto, la questione dell’asilo in sé mi ha toccato meno rispetto a quanto fosse forse giusto in qualità di sindaco. Considerando anche (e soprattutto) il fatto che sono diventato padre da poco e desidero prendermi del tempo per mio figlio, e che al lavoro serve ora una mia presenza più costante, ho capito che era veramente il momento di lasciare.
Un bilancio della sua parabola ai vertici del Comune?
Come ho scritto nella lettera ai colleghi, sono stato eletto sindaco quando Tenero contava 2’367 abitanti; oggi abbiamo superato quota 3’100. Un aumento demografico è sempre un fatto positivo perché da una parte dimostra senza tema di smentita che il Comune è attrattivo, e dall’altra una maggiore “massa critica” genera più contributi esterni, anche a livello di idee, e minor propensione ad occuparsi soltanto del proprio orticello. Se l’andamento è stato questo non è merito soltanto del Municipio attualmente in carica, né tantomeno mio come sindaco, ma in primo luogo di chi ci ha preceduto e ha pianificato in modo tale da consentire uno sviluppo del comune. C’era chi temeva che Tenero si sarebbe ridotto a periferia di Locarno, mentre i fatti di-
cono che abbiamo portato la città a Tenero.
Rimpianti particolari?
Il fatto di non vedere un chiaro orizzonte per il comparto dell’ex cartiera, dove al grandissimo lavoro di pianificazione effettuato non sono purtroppo ancora corrisposte idee chiare della
Coop su cosa fare. Lo considero un vero peccato.
Tenero fra 20 anni?
Una realtà residenziale ma anche lavorativa ideale, beneficiata dalla galleria di base del Ceneri, foriera di molti più vantaggi di quanti non ne stia dando a noi già ora AlpTransit.