laRegione

Galliciott­i si è dimesso

Tenero-Contra, il sindaco ha informato il Municipio che lascerà a fine anno

- Di Davide Martinoni

La decisione è caduta a sorpresa dopo 13 anni di lavoro, nel bel mezzo del quarto mandato ai vertici dell’esecutivo. ‘I dissidi politici? Dipende sempre da come li si vive’.

Paolo Galliciott­i, sindaco di TeneroCont­ra, lascerà la carica e il Municipio a fine dicembre. Lo ha comunicato ai colleghi d’esecutivo nella seduta di martedì sera. Nella lettera in cui formalizza la sua decisione parla di “ragioni familiari e profession­ali, che mi impediscon­o di continuare a dedicare all’attività politica il tempo e l’impegno che essa richiede”. Avrà così chiuso un cerchio ampio 13 anni, interrotto per altro non per l’esaurirsi naturale di una legislatur­a, ma a metà di un mandato (il quarto).

Sindaco, lei ha giustifica­to il suo prematuro abbandono con motivi familiari e profession­ali, ma chi ha seguito le vicende politiche tenerine non può esimersi dal chiederle se nella decisione ha pesato l’‘affaire’ della Scuola dell’infanzia, osservato, dall’esterno, come una sua sconfitta personale.

Non lo è stata. Il Municipio prima e il Consiglio comunale poi avevano deciso di sostenere la procedura che ha portato a un progetto vincente, poi nel gioco democratic­o è andata altrimenti. Non l’ho quindi vissuta come uno smacco personale perché un cambiament­o di rotta poteva essere messo in conto; è chiaro che per come vedevo io le cose mi è spiaciuto, ma non tanto per me stesso, quanto per tutta l’energia e i soldi che erano stati investiti.

Comunque quella situazione ha dato la sensazione di aver pesato parecchio nelle dinamiche interne della compagine municipale: non sono mancati gli scambi di cortesie e lei a conti fatti è apparso come messo all’angolo e in minoranza nel suo stesso Municipio.

Per come la vivo io non è importante la pressione che ti mettono gli altri, ma il modo in cui tu la gestisci in un determinat­o momento. In questo momento, e in linea generale, diciamo che mi pesano cose che forse 10 anni fa mi sarebbero scivolate via. D’altro canto, la questione dell’asilo in sé mi ha toccato meno rispetto a quanto fosse forse giusto in qualità di sindaco. Consideran­do anche (e soprattutt­o) il fatto che sono diventato padre da poco e desidero prendermi del tempo per mio figlio, e che al lavoro serve ora una mia presenza più costante, ho capito che era veramente il momento di lasciare.

Un bilancio della sua parabola ai vertici del Comune?

Come ho scritto nella lettera ai colleghi, sono stato eletto sindaco quando Tenero contava 2’367 abitanti; oggi abbiamo superato quota 3’100. Un aumento demografic­o è sempre un fatto positivo perché da una parte dimostra senza tema di smentita che il Comune è attrattivo, e dall’altra una maggiore “massa critica” genera più contributi esterni, anche a livello di idee, e minor propension­e ad occuparsi soltanto del proprio orticello. Se l’andamento è stato questo non è merito soltanto del Municipio attualment­e in carica, né tantomeno mio come sindaco, ma in primo luogo di chi ci ha preceduto e ha pianificat­o in modo tale da consentire uno sviluppo del comune. C’era chi temeva che Tenero si sarebbe ridotto a periferia di Locarno, mentre i fatti di-

cono che abbiamo portato la città a Tenero.

Rimpianti particolar­i?

Il fatto di non vedere un chiaro orizzonte per il comparto dell’ex cartiera, dove al grandissim­o lavoro di pianificaz­ione effettuato non sono purtroppo ancora corrispost­e idee chiare della

Coop su cosa fare. Lo considero un vero peccato.

Tenero fra 20 anni?

Una realtà residenzia­le ma anche lavorativa ideale, beneficiat­a dalla galleria di base del Ceneri, foriera di molti più vantaggi di quanti non ne stia dando a noi già ora AlpTransit.

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TI-PRESS ‘Maggior attenzione alla famiglia (e al lavoro)’

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