L’invasione dei baby siluri
Una dozzina almeno gli esemplari giovani già pescati nel lago: avrebbero un paio d’anni di vita
Uno è stato preso all’amo, gli altri sono finiti nelle reti. Cosa dicono i pescatori: ipotesi e interrogativi attorno a questo gigantesco predatore.
«Guardi: l’ultimo l’ho preso ieri. Era lungo 70 centimetri e pesava un chilo e 600 grami. Secondo il nostro biologo dovrebbe avere un paio d’anni. Anche gli altri sei che ho preso personalmente, erano più o meno di queste dimensioni». René Gaberell cavalca quotidianamente le onde del lago Ceresio, e per lui imbattersi in un siluro non è più una novità così sorprendente. Quelli finora pescati sono però esemplari ‘baby’. Del ‘mostro’, il siluro adulto che frequenterebbe i canneti di Figino, non c’è altra traccia che un filmato diffuso tempo fa. Alcune reti ‘bucate’ fanno sospettare che qualcosa di grosso si muova sott’acqua. Della cattura di un paio di mini-siluri si è parlato anche nel fine settimana, sulla base di testimonianze (una doppia cattura) provenienti dalla sponda italiana del golfo di Ponte Tresa. «Stiamo cercando di capire cosa stia succedendo. Magari sono arrivati dalla ‘scala’ che collega il lago Maggiore col Ceresio». I piccoli siluri sembrano ormai ben diffusi in tutto il lago di Lugano. Suscitando preoccupazioni: una volta cresciuto il pesce può superare i due metri di lunghezza ed è estremamente vorace. «Dobbiamo ancora capire che cosa succederà» ci risponde da parte sua Maurizio Costa, presidente della Ceresiana, il club che raggruppa i pescatori del Ceresio, nonché presidente della Sezione di Agno. «Vediamo se il siluro riuscirà ad ambientarsi nel Ceresio. Nel Po è stato devastante, ma quello è un fiume, è diverso, bisogna anche capire se incontrerà predatori, come il luccio che è sempre stato il grande ‘equilibratore’ del lago». Costa ritiene che per il momento gli allarmismi siano infondati e anche sulla diffusione dei piccoli ‘siluri’ resta prudente. «Di sicuro uno è stato preso con la canna da pesca qui nel golfo di Agno, ho visto la fotografia. Si parla di altri siluri presi dai pescatori con reti».
Nel Ceresio ormai si trova di tutto, comprese le tartarughe: mancano solo i coccodrilli
E in effetti gli esemplari finiti nelle reti sarebbero ormai numerosi. «Per quanto ne sappia io, oltre ai sette che ho catturato personalmente, ne sono stati presi altri due a Caslano e uno a Bissone. Da dove arrivano? Secondo me potrebbero benissimo aver risalito la scaletta sulla Tresa, mentre secondo il biologo Bruno Polli, che ho visto proprio ieri, questi pesci possono essere arrivati solo a piedi o in macchina...». Insomma qualcuno nel lago ce li ha buttati. «Qualche sconsiderato, ma naturalmente è difficile dire che cosa sia successo. Però
le dico una cosa: nel lago ormai si vede di tutto, fra pesci, tartarughe, mancano solo i coccodrilli...». I piccoli siluri, ci spiega il nostro interlocutore, sono inconfondibili: per il colore nero con macchie bianco-grigie, per la testa enorme rispetto al corpo, per i due baffi molto lunghi, per la forma delle pinne. Sono
commestibili, ma è il problema è quanto mangiano loro: potranno costituire un pericolo, una volta cresciuti? «Intanto bisogna capire se e come si svilupperanno: sappiamo che il siluro può mangiare delle anatre, o delle folaghe, ma tende a scappare dagli uomini. Io frequento spesso Figino e a parte il filmato, quel siluro adulto non l’ho mai visto». Intanto anche le autorità stanno indagando. Lungo il fiume Tresa sono state disposte delle pesche selettive, in collaborazione con i competenti servizi italiani. Potrebbero individuare siluri intenti a risalire il fiume per poi gettarsi nel Ceresio: affaire à suivre.