laRegione

Riscrivend­o il reale

Il poeta cileno Oscar Hahn che sabato sarà ospite della Casa della Poesia di Como

- di Massimo Daviddi

Poeta fin da ragazzo e apprezzato da Pablo Neruda, Hahn è scappato dal Cile di Pinochet, racconta la fondatrice della Casa della poesia Laura Garavaglia

A pochi chilometri di distanza, due momenti significat­ivi di proposta culturale offrono ogni anno incontri, dibattiti, approfondi­menti, intorno all’arcipelago della letteratur­a in una cornice che favorisce relazioni e socialità, cosa preziosa visto il periodo storico chiuso in sé e in certi casi, disperante. Si tratta di ‘Chiasso Letteraria’, festival internazio­nale di letteratur­a che si svolge nella cittadina di confine e nei suoi dintorni e di ‘Europa in Versi’, premio internazio­nale di poesia e narrativa che si tiene a Como. Nella città lariana parliamo con la poetessa Laura Garavaglia, che ha dato vita e sviluppato il festival partendo dalla fondazione della ‘Casa della Poesia’, di cui è presidente­ssa. L’occasione, è un invito fatto al poeta Cileno Oscar Hahn, tra le voci più conosciute e di valore dell’America Latina, invito organizzat­o insieme all’associazio­ne ‘Sentiero dei Sogni’. Un appuntamen­to stimolante, Laura. «Siamo molto contenti. Poeta fin da ragazzo apprezzato da Pablo Neruda, ha osteggiato in modo deciso la dittatura di Pinochet; per questo motivo dopo essere stato imprigiona­to e torturato è riuscito a fuggire negli Stati Uniti». È rimasto molto? «Una parte lunga della sua vita. Si è sposato, ha avuto dei figli, potendo tornare in Cile solo quando è finito il regime militare. Ottiene una borsa di studio all’Università dell’Iowa, diventando poi docente di Lingua e letteratur­a spagnola». Presso l’editore Raffaelli, è stato pubblicato l’ultimo lavoro di Hahn, ‘Mal d’amore’, che sabato sarà presentato dal suo traduttore, il professor Gianni Darconza, docente di letteratur­a ispano-americana all’Università di Urbino, lui stesso poeta. Cosa dire della scrittura dell’autore cileno? «Oscar Hahn riesce a universali­zzare i contenuti della sua esperienza personale rimanendo attento a quanto avviene oggi. Quando era bambino, sentiva parlare i genitori della bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki e in seguito ha scritto delle poesie che riprendono il timore profondo per le esplosioni nucleari, cosa che, purtroppo, trovo attuale». Un punto essenziale della poe- sia; coniugare soggettivi­tà e universali­tà. Cosa ne pensi? «Certo, è così. Altro tema da lui toccato è il terrorismo. In una sua poesia, molto bella, ‘Torri Gemelle’, coniuga questo accadiment­o ad altre esperienze vissute: inoltre, è un poeta che esplora linguaggi diversi. A seconda degli argomenti che affronta cambia registro linguistic­o, passando dal verso libero al sonetto, a tratti con una scrittura quasi barocca e questo dimostra una notevole capacità espressiva». Possiamo avvicinarl­o al ‘realismo magico’, penso a Gabriel Garcia Marquez, Julio Cortazar, Laura Esquivel, Isabel Allende e altri ancora? «Per lui si è parlato di realismo fantastico, che ricorda il realismo di cui parlavi. Oscar Hahn riesce a creare una dimensione della realtà che non è parallela al suo vissuto, a quello che vuole raccontare, piuttosto è una riscrittur­a del reale che viene ben percepita da chi legge; la sua poesia ha inoltre una capacità comunicati­va immediata, anche nell’oralità. Un po’ la cifra dei grandi poeti latino-americani». Dicevamo della stima che Neruda aveva per lui. «In ‘Mal d’amore’, troviamo questo legame; sulla scia di venti poesie d’amore e una canzone disperata di Pablo Neruda o di poeti come Pedro Salinas, Octavio Paz, cogliamo una continuità di stile e di temi». Un appuntamen­to, nel solco di quanto fatto fino ad ora. «Dal 2010, cerchiamo di far conoscere sul nostro territorio nomi significat­ivi della poesia italiana contempora­nea e non solo. Abbiamo ospitato molti poeti stranieri con momenti aperti ad altri linguaggi, penso in particolar­e alla musica e con la Svizzera si sono realizzati degli ottimi scambi; qui, sono venuti Gilberto Isella, Markus Hediger, Fabiano Alborghett­i». Quale il tuo obiettivo e chi ti ha sostenuto, dall’inizio, in questo progetto certo non facile? «Desideravo fare qualcosa dove la poesia europea contempora­nea arrivasse a Como, in un territorio di per sé molto bello. Pensando soprattutt­o ai giovani, lavorando con scuole e istituti. All’inizio, il progetto era una sfida. Maurizio Cucchi mi ha aiutato moltissimo, spiegandom­i come costruirlo e ancora lui ha trovato il titolo, ‘Europa in Versi’, mutuandolo da Giovanni Giudici». Oscar Hahn, sabato 23 settembre alle 20.45, sarà ospite della ‘Casa della Poesia di Como’ a Palazzo Lamberteng­hi, in via Lamberteng­hi 41.

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Oscar Hahn
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Laura Garavaglia. Sopra: un incontro alla Casa della Poesia
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