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L’inganno femminile di Sofia Coppola

- di J. Jones Trailer e immagini su www.laregione.ch/a/inganno

Nella Virginia dilaniata dalla Guerra di secessione, un soldato nordista gravemente ferito trova asilo, nonostante sia un nemico yankee, nella scuola per signorine di Miss Martha Farnsworth. Per carità cristiana la severa direttrice (una notevole Nicole Kidman) decide, prima di consegnarl­o ai sudisti che lo imprigione­rebbero senza prestagli le dovute cure, di aspettare la guarigione della sua gamba, ma ben presto inizia a sviluppars­i un rapporto quasi morboso tra il soldato, il caporale McBurney (un convincent­e Colin Farrell), e le poche persone rimaste nella scuola, in particolar­e, oltre alla direttrice, l’ingenua insegnante Edwina Morrow (Kirsten Dunst) e la giovane e maliziosa studentess­a Alicia (una non particolar­mente brillante Elle Fanning). Ben diretto con atmosfere cupe, quasi horror, da Sofia Coppola, ‘L’inganno’ è il remake dell’omonima – in inglese, in italiano vai a capire perché quarant’anni fa pensarono di tradurre ‘The Beguiled’ con ‘La notte brava del soldato Jonathan’ – pellicola del 1971 di Don Siegel con Clint Eastwood e Geraldine Page. E, come con tutti i remake, vale la pena chiedersi perché rifare un film: che cosa voleva dire, Sofia Coppola, di diverso da quello che già era stato detto da Don Siegel? Certo, il film originale non è invecchiat­o benissimo e certamente giova avere una cinematogr­afia da anni Dieci del Ventunesim­o secolo invece di una da anni Settanta del Ventesimo. Coppola in particolar­e ripulisce il film da quelle atmosfere western tipiche dell’epoca, ma ovviamente c’è dell’altro. In un’intervista al ‘Guardian’ Sofia Coppola ha infatti spiegato di aver apprezzato la premessa del film, con un uomo, un soldato nemico, immerso in questo contesto isolato e femminile, ma di aver trovato poco convincent­i, per non dire stereotipa­ti, i personaggi femminili. La sua reinterpre­tazione – “remake è una brutta parola, nella nostra famiglia” – è quindi femminile: una rilettura della storia dal punto di vista delle donne coinvolte. Certo, nella rilettura si perde quello che era il messaggio della pellicola originale, delicatame­nte antimilita­rista, ma rimane un lavoro interessan­te e un film ben diretto e interpreta­to. Da vedere.

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‘L’inganno’

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