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Educazione della civica: la scuola che già è!

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Se vogliamo promuovere l’educazione civica, dobbiamo innanzitut­to prendere più sul serio la scuola, il lavoro dei docenti, l’educazione, anche in ambito extrascola­stico e adottare programmi centrati sui diritti e i doveri che possano creare le basi per la formazione di cittadini responsabi­li, consapevol­i e impegnati per la loro tutela in classe, nella società e nel resto del mondo. Tutto è migliorabi­le nella scuola, come in altre importanti istituzion­i, come ad es. la giustizia o la politica, ma ritengo che separare la civica dalla storia sia un errore, poiché la scuola attua già il suo impegno educativo attraverso una fertile e produttiva interazion­e conoscitiv­a e operativa con la società e i problemi che essa pone ai cittadini. Già oggi, l’educazione civica è intesa, da un lato, come educazione alla democrazia e ai diritti umani, civili, economici, allo sviluppo, alla salute, all’ambiente, dall’altro come un insegnamen­to specificam­ente dedicato all’acquisizio­ne di una cultura istituzion­ale, già presente nel programma di storia, infatti la civica, e non il suo solo insegnamen­to nozionisti­co, comprende già la conoscenza della costituzio­ne, delle istituzion­i e dei trattati internazio­nali, il che implica una serie di altri campi educativi connessi come l’educazione allo sviluppo, alla multicultu­ralità, alla pace, per formare l’allievo da un triplice punto di vista: come cittadino di un comune, del cantone, svizzero, europeo e mondiale. Ne consegue che l’educazione della civica può avvenire solo in modo interdisci­plinare. Essa può essere migliorata, ma va insegnata a partire da varie materie (storia, geografia, italiano, educazione fisica, ecc.), il che implica che tutti gli insegnanti sono già di fatto degli educatori ai diritti e ai doveri nella loro pratica quotidiana.

Francesco Lombardo, Associazio­ne Franca, per la promozione dei diritti

del bambino

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