La Scuola cantonale di commercio e la civica
Gli interventi sulla stampa di tre ex studenti, Daniel Mitric, Alberto Togni e Gianluca Ricci, nei quali ognuno ha presentato la propria tesi riguardo all’iniziativa che chiede la modifica dell’art. 23a della legge della scuola, dimostrano che alla Scuola cantonale di commercio (Scc) di Bellinzona gli allievi sono stimolati all’esercizio civico e politico. Si riconosce a ognuno il diritto – civico e politico, appunto – di avere una posizione critica: tutti e tre lo hanno esercitato. Tuttavia, qualche domanda sorge spontanea. Ci si chiede perché l’ultimo estensore menzionato non ha ricordato – nel suo contributo – che nelle lezioni di diritto, ad esempio, si riflette sulla Costituzione federale e cantonale, che nelle ore di storia si approfondiscono i principi politici e filosofici dello Stato moderno e si ragiona sul principio della separazione dei poteri, elemento cardine della democrazia contemporanea. Perché non ha ricordato che nelle lezioni di economia aziendale si parla del sistema di previdenza sociale e nelle lezioni di economia politica si considerano il ruolo dello Stato e la struttura delle finanze pubbliche. Perché non abbia ricordato che a scuola – grazie anche alla presenza di numerosi relatori esterni – si sono promossi momenti di dibattito politico e riflessioni sull’attualità. I tre ex allievi hanno potuto ampiamente approfittare – quale elemento di educazione alla cittadinanza – della possibilità di sperimentare l’importante responsabilità di organizzare le giornate autogestite della scuola. Negli ultimi anni inoltre, alcune nostre classi hanno partecipato alle sessioni del parlamento dei giovani e si è lasciato parecchio spazio per applicare le modalità politiche della “Gioventù dibatte”, momenti in cui gli allievi, durante diverse settimane, si sono preparati a discutere e sostenere una posizione su temi di attualità politica e sociale. I piani di studio della Scc sono molto ambiziosi e lo sono anche perché includono numerose attività inerenti all’educazione alla cittadinanza. Si può certamente fare meglio: i margini di progresso non passano tuttavia attraverso la modifica di una legge che alla scuola media propone l’introduzione di una nuova materia, avulsa dal contesto, bensì intervenendo sui piani di studio.