laRegione

La Scuola cantonale di commercio e la civica

- Di Adriano Agustoni, direttore Scuola cantonale di commercio di Bellinzona

Gli interventi sulla stampa di tre ex studenti, Daniel Mitric, Alberto Togni e Gianluca Ricci, nei quali ognuno ha presentato la propria tesi riguardo all’iniziativa che chiede la modifica dell’art. 23a della legge della scuola, dimostrano che alla Scuola cantonale di commercio (Scc) di Bellinzona gli allievi sono stimolati all’esercizio civico e politico. Si riconosce a ognuno il diritto – civico e politico, appunto – di avere una posizione critica: tutti e tre lo hanno esercitato. Tuttavia, qualche domanda sorge spontanea. Ci si chiede perché l’ultimo estensore menzionato non ha ricordato – nel suo contributo – che nelle lezioni di diritto, ad esempio, si riflette sulla Costituzio­ne federale e cantonale, che nelle ore di storia si approfondi­scono i principi politici e filosofici dello Stato moderno e si ragiona sul principio della separazion­e dei poteri, elemento cardine della democrazia contempora­nea. Perché non ha ricordato che nelle lezioni di economia aziendale si parla del sistema di previdenza sociale e nelle lezioni di economia politica si consideran­o il ruolo dello Stato e la struttura delle finanze pubbliche. Perché non abbia ricordato che a scuola – grazie anche alla presenza di numerosi relatori esterni – si sono promossi momenti di dibattito politico e riflession­i sull’attualità. I tre ex allievi hanno potuto ampiamente approfitta­re – quale elemento di educazione alla cittadinan­za – della possibilit­à di sperimenta­re l’importante responsabi­lità di organizzar­e le giornate autogestit­e della scuola. Negli ultimi anni inoltre, alcune nostre classi hanno partecipat­o alle sessioni del parlamento dei giovani e si è lasciato parecchio spazio per applicare le modalità politiche della “Gioventù dibatte”, momenti in cui gli allievi, durante diverse settimane, si sono preparati a discutere e sostenere una posizione su temi di attualità politica e sociale. I piani di studio della Scc sono molto ambiziosi e lo sono anche perché includono numerose attività inerenti all’educazione alla cittadinan­za. Si può certamente fare meglio: i margini di progresso non passano tuttavia attraverso la modifica di una legge che alla scuola media propone l’introduzio­ne di una nuova materia, avulsa dal contesto, bensì intervenen­do sui piani di studio.

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