Maire: il capodipartimento può influire molto
Jacques-André Maire ha assunto all’inizio del 2016 le redini di Helvetia Latina, associazione che si batte per un’adeguata presenza delle minoranze linguistiche nell’amministrazione federale e nelle ex regie federali. Meno di due anni di presidenza sono bastati al neocastellano per constatare che «l’evoluzione non è positiva, al contrario», una tendenza «ancor più inquietante per gli italofoni che per i francofoni». E così il consigliere nazionale socialista ha appena depositato un’interpellanza, nella quale chiede al Consiglio federale di spiegare perché ai piani alti di numerose aziende controllate o detenute dalla Confederazione troviamo così pochi ‘latini’ (e così poche donne).
In una recente intervista lei ha affermato che ‘la situazione si è aggravata’ ultimamente. Cosa glielo fa dire?
Il fatto che dei ‘latini’ abbiano lasciato la direzione di entità quali Swisscom, La Posta e CarPostal, venendo purtroppo rimpiazzati da germanofoni. Alcuni collaboratori si sono lamentati segnalandoci che tra i dirigenti vi sono sempre più svizzero-tedeschi, o persino tedeschi. Situazione analoga alla Ruag [impresa di proprietà della Confederazione, ndr]. L’evoluzione non è positiva, al contrario. E questo pone un serio problema.
E alle Ffs?
Non siamo a questo punto. Le preoccupazioni però esistono: nei prossimi due anni vi saranno una o due partenze tra i dirigenti e i membri del Consiglio d’amministrazione. Qui la mia interpellanza ha piuttosto una funzione preventiva: ricordare alle Ferrovie l’importanza di una presenza adeguata di francofoni e italofoni ai vertici.
Nell’amministrazione federale la situazione è la stessa?
Grossomodo sì. Le cose però sembrano andare un po’ meglio da qualche tempo. Adesso ogni anno, dopo averlo a lungo richiesto, abbiamo un rapporto dettagliato al riguardo, allestito dalla Delegata al plurilinguismo Nicoletta Mariolini. Questo ci permetterà di mirare i nostri interventi a seconda dei bisogni specifici di ogni dipartimento o ufficio. Nell’Ufficio federale delle costruzioni e della logistica (Ufcl), ad esempio, ci sono sempre stati pochissimi ‘latini’, una situazione che ha conseguenze importanti per l’attribuzione delle commesse pubbliche. Sappiamo che dossier depositati in francese, italiano o romancio hanno meno chance di quelli in tedesco. Siamo intervenuti, e il nuovo [dal 1° dicembre 2016, ndr] capo dell’Ufcl – che è un romando – si è impegnato a intervenire a livello di assunzioni. Certo, non lo si può fare dall’oggi al domani. Ma le premesse sono buone.
In quali dipartimenti il bisogno di intervenire è maggiore?
In quelli dove da tempo i responsabili sono germanofoni. Il consigliere federale responsabile può avere un’influenza importante sulla presenza delle comunità linguistiche nel suo dipartimento. Quello nel quale i ‘latini’ sono tradizionalmente meglio rappresentati è il dipartimento degli Esteri, da tempo sotto la responsabilità di consiglieri federali francofoni o italofoni. Al contrario, nei dipartimenti della Difesa e di Giustizia e Polizia [il primo in mano a ‘ministri’ tedescofoni da quasi trent’anni, fino a Guy Parmelin; il secondo da un secolo, ndr] le minoranze ‘latine’ sono ampiamente sottorappresentate, almeno a livello di quadri dirigenti. Nel dipartimento della Difesa, con Guy Parmelin [1° gennaio 2016, ndr] le cose a poco a poco cambiano.
Appena eletto, Ignazio Cassis ha lanciato messaggi espliciti sul ruolo della lingua e della cultura italofone. Con lui c’è da aspettarsi un nuovo slancio?
Si può sperare che con Ignazio Cassis in Consiglio federale migliori la presenza italofona nel dipartimento che gli spetterà. Credo che farà in modo di avere una squadra di collaboratori dove anche la componente italofona abbia un giusto spazio. Conosco Ignazio perché è stato, come me, vicepresidente di Helvetia Latina [dal 2012 al 2015, ndr], oltre che copresidente dell’intergruppo parlamentare ‘italianità’. So che tiene molto a questa problematica. Tradizione vuole che una delegazione di Helvetia Latina incontri il nuovo capo del dipartimento dal quale dipende l’Ufficio federale del personale [il Dipartimento federale delle finanze, ndr]. Ma avremo sicuramente modo di affrontare la questione con Ignazio in occasione di contatti informali.