Anche l’informazione è in trincea
Barcellona – Non è più cronaca quella che i principali quotidiani iberici propongono sugli eventi in Catalogna. E non potrebbe essere diversamente. Già definirli “spagnoli”, indistintamente, potrebbe generare precisazioni identitarie piccate, tanto la situazione ha esacerbato gli animi. Quella che Enric Juliana, vice-direttore del barcellonese ‘La Vanguardia’ chiama “la corte madrilena”, fatta di “politici, opinionisti, cospiratori di diverso rango, guidati dal Partito del Disprezzo”, annovererebbe anche quotidiani di orientamento ben distante come ‘El País’ e ‘El Mundo’, ma anche ‘Abc’ e ‘La Razón’, tutti colpevoli di irradiare una visione ispanocentrica della vicenda. Mentre, ha detto all’Ansa Juliana – peraltro uno degli analisti più attenti e rispettati della crisi catalana – “un atto di affermazione dell’autorità dello stato senza offerta politica come alternativa, che punta all’umiliazione delle istituzioni catalane, può avere conseguenze catastrofiche per lo stato spagnolo a medio termine”. La gravità della frattura tra Madrid e Barcellona si è riverberata sulle prime pagine, all’indomani dell’operazione di polizia che ha portato all’arresto di esponenti indipendentisti e al sequestro di dieci milioni di schede. Quello che per ‘Abc’ è stato il “ripristino della democrazia”, per ‘Punt Avui’ è stato piuttosto un “Colpo di stato contro la Generalità”. Per Juliana, concorre a inasprire il confronto “l’autocontemplazione cronica delle élites madrilene, innamorate del loro potere relativo e poco abituate a capire la Spagna come una società complessa”. Cioè “una vera società, non la somma di quaranta e rotti milioni di consumatori”. È evidentemente difficile anche per le testate più autorevoli, fornire una lettura articolata e non prevenuta (o percepita come tale) della crisi nel suo stadio finale. Anche ‘El País’, che ha sobriamente titolato l’apertura “La giustizia smonta l’organizzazione del referendum”, vi ha affiancato un editoriale il cui titolo è eloquente: “Le bugie di Puigdemont”. Non si può più restarne fuori: di qua o di là.