Quel Triangolo che dà forza e sostegno
Associazione Triangolo, da 30 anni (rispettivamente 25 per la sezione sopracenerina) una mano tesa al paziente oncologico. Li festeggia, con la sua grande famiglia di professionisti e volontari, in piena forma. E non potrebbe essere altrimenti visto l’impegno, la professionalità e la dedizione che i suoi componenti ripongono in ciò che portano avanti. Ieri tuttavia, al Centro Triangolo di via Ciseri, non si è parlato di torte di compleanno. Lo sguardo dei responsabili di questo ente d’appoggio riconosciuto dal Cantone – che ha il mandato per le cure a domicilio e che collabora nella politica delle cure palliative – era più che altro rivolto al presente e alle attività che, da sempre, contraddistinguono l’opera di sostegno e aiuto agli ammalati e ai loro familiari. Un’offerta – come ha ricordato Anna Pedrazzini – à la carte per tutti i pazienti, nella quale il termine “palliativo” (che nulla ha da spartire con le cure cosiddette terminali) ha assunto un nuovo significato filosofico. Vale a dire di comunicazione, coordinamento del sostegno psicologico, spirituale e pratico alla persona sofferente e al suo entourage. È proprio leggendo quelli che sono i bisogni dei pazienti che l’Associazione, grazie ai suoi specialisti del ramo e ai volontari (una trentina), riesce a star loro vicini, a portare il necessario sostegno. Proprio sull’importanza del volontariato si è soffermata la dottoressa Roberta Donzelli, secondo la quale senza il prezioso aiuto e la disponibilità di queste figure non sarebbe possibile assicurare i servizi odierni. Due i filoni principali attorno ai quali ruota l’attività del Centro. Il primo è “Bracciaperte”, si rivolge alle donne con tumore al seno. Si tratta di un gruppo di autoaiuto che, a frequenza quindicinale, si incontra, discute e attraverso il sostegno reciproco affronta la terapia. Si rifà al progetto “Ricomincio da me” e alle molteplici proposte in esso contenute. Il secondo, “Fa che il cibo sia la tua medicina”, è invece basato sulla prevenzione alimentare. Siccome «noi siamo ciò che mangiamo e che molte malattie derivano proprio dalle nostre abitudini a tavola» – ha spiegato il dottor Augusto Pedrazzini – «l’interesse per questo tema, da parte della gente, non manca». Qualche parola, infine, va spesa anche sul resto dell’attività promossa: esposizioni, film e conferenze arricchiscono e completano la programmazione annuale. Due conferenze, in particolare, meritano una segnalazione: “Anche il sangue si ammala…”, il 14 novembre, incentrata sulle malattie “tumorali” del sangue; “Ruolo del curante dopo le cure attive”, il 27 febbraio, organizzata in collaborazione col Circolo medico del Locarnese, che si prefigge di rivalutare la figura del medico di famiglia. Per coloro che volessero sapere di più su quanto ruota attorno all’Associazione segnaliamo che martedì 26 settembre vi sarà una giornata di porte aperte.