Quando il lavoro si fa inclusivo
Per i collaboratori utenti una ‘palestra’ dove sviluppare le proprie capacità e intraprendere un percorso di inserimento o di ricollocazione professionale e umana
All’inizio vi erano solo tre computer e una stampante laser. Oggi sono più di trenta, con installazioni che non hanno nulla da invidiare ad altre aziende. Quarantatré i collaboratori utenti, facenti parte di una casistica con disagio prevalentemente psichico, qualche caso di andicap mentale e di difficoltà di apprendimento, oltre a un paio di situazioni di andicap fisico. Otto gli operatori presenti. Fra i principali obiettivi di Laser, il laboratorio di servizi della Fondazione Diamante nato trent’anni fa, vi è soprattutto quello di «dare un ruolo al collaboratore», sia esso viva in famiglia, provenga da un foyer o abbia già acquisito una certa indipendenza personale. Un’introduzione al mondo del lavoro o, per alcuni, un «riallineamento» andato perduto attraverso gli ostacoli della vita. Quello che si dice – ci spiegano nella sede di via Trevano 2a a Lugano – «aiutarli a riavere fiducia in sé stessi». Suddiviso in quattro settori – CopieStampe, MultiMedia, ParoleNumeri e DettoFatto – Laser collabora con aziende e privati offrendo servizi che spaziano dalla rilegatura al montaggio e copia su cd di video e audio, dalle stampe alla creazione e aggiornamento di pagine web, fino al riordino di archivi e alla digitalizzazione di documenti, microfiches e fotografie. Il settore DettoFatto, l’ultimo introdotto, fornisce servizi d’assemblaggio. Fra i clienti troviamo l’Ospedale italiano e la Clinica Luganese per la digitalizzazione delle cartelle cliniche, e l’Archivio fonografico dell’Università di Zurigo, prezioso supporto per il passaggio dalle bande magnetiche all’informatizzazione dei dati.
Dall’uomo alle nuove tecnologie
«La Fondazione offre servizi e prodotti di qualità, questo è un aspetto importante per tutti i collaboratori quanto per i clienti» puntualizza la direttrice della Fondazione Diamante Maria-Luisa Polli. Qui si opera in ambito socio-lavorativo: «Ai collaboratori utenti, ognuno con le proprie specificità, i propri interessi, competenze, conoscenze diverse, offria-
mo un’attività lavorativa ulteriore a quella del Canvetto nell’ambito della ristorazione o del Ronchetto con la cura dei vigneti e il servizio catering. Abbiamo una struttura importante che si occupa di attività estremamente avanguardistiche e questo è il frutto di una ricerca di differenziazione di attività per persone disabili beneficiarie della rendita Ai. Non solo, è anche il risultato della ricerca costante di tutto il team Laser verso di quelle nuove tecnologie che ci permettono di essere presenti con delle prestazioni e dei servizi richiesti e sempre d’attualità. Questa una delle specificità del laboratorio Laser e dei laboratori della Fondazione in generale». Molte le attività dunque rivolte ai clienti «che fanno capo ai nostri servizi per la qualità del lavoro offerto – aggiunge la direttrice – e questo è possibile portando attenzione all’organizzazione del lavoro e alla valutazione con l’utente di quello che è possibile svolgere in modo ottimale seguendo i ritmi di ognuno e permettendo a tutti di essere valorizzati rispetto all’uno o all’altro compito necessario per finalizzare una prestazione. L’organizzazione del lavoro è quindi fatta in base alla specificità dell’utenza ed, evidentemente, anche sulla base delle domande che ci giungono dalla clientela. Due aspetti che devono convergere per permetterci di offrire dei posti di lavoro reali». Françoise Hefti, dal 1991 responsabile del laboratorio, ma presente fin dall’apertura, ci racconta come «trent’anni fa non erano tante le persone che avevano la competenza di fare dei lavori anche semplici, per cui da subito questo nostro servizio è stato interessante per molte aziende. Con gli anni abbiamo dovuto innovarci, in quanto le persone si erano informatizzate; da lì abbiamo sempre dovuto trovare nuovi servizi da proporre. Il nostro progetto è stato adattato a quelli che sono i principi dell’impresa sociale; abbiamo strutturato tutto il lavoro, dal centralino alla produzione, al fine di renderlo il più vicino possibile a un’azienda normale, integrando la struttura nel quartiere, oltre che nel mondo del lavoro». Oltre a collaborare con clienti commerciali, Laser ha sempre mantenuto il servizio fotocopie per il cittadino comune: «Ciò permette di avere degli scambi. Da sempre volevamo puntare più che sui beni economici sui beni relazionali, perché l’utente qui è anche attore».