Altro che Spiderman
In Svizzera cresce la popolarità del bouldering e domani a Giubiasco aprirà una nuova palestra tutta dedicata a questa specialità dell’arrampicata, che dal 2020 entrerà a far parte della grande famiglia olimpica. Michele Bionda: ‘I migliori sono i giappon
Avete mai sognato di vestire i panni di Spiderman, non per far trionfare la giustizia, ma per il puro gusto di potervi arrampicare sui muri? Se la risposta è sì, allora il bouldering potrebbe essere lo sport che fa per voi, quello che più si avvicina al concetto di “uomo ragno”. Nato negli anni 30 e 40 del secolo scorso in Francia (ma con antenati inglesi che risalgono alla seconda metà dell’Ottocento) e affermatosi come disciplina a se stante negli anni Settanta, il bouldering consiste nell’arrampicare su massi di altezze inferiori ai 7-8 metri, per risolvere sequenze di movimenti concatenati e dinamici, spesso anche molto difficoltosi. In Svizzera, terra di alpinisti e rocciatori, è una disciplina in costante espansione, in particolare al di là delle Alpi. A spingerla verso una popolarità planetaria ci penseranno senz’altro le Olimpiadi del 2020 a Tokyo, dove tre discipline dell’arrampicata (una delle quali sarà appunto il bouldering) verranno accolte nella grande famiglia a cinque cerchi. Il Ticino è conosciuto per alcune formazioni rocciose rinomate a livello mondiale (Chironico, Cresciano, Brione Verzasca, Val Calanca), ma è sempre stato carente a livello di strutture indoor. Domani a Giubiasco aprirà i battenti una nuova palestra, la Alpha Boulder, interamente dedicata a una disciplina che, quando praticata in esterno, viene anche chiamata “sassismo”. Ne abbiamo parlato con il titolare Michele Bionda per conoscere lo sviluppo di questa attività nella Svizzera italiana... «Si tratta di un movimento in fermento. C’è moltissima richiesta, soddisfatta fino ad ora dalle varie società alpinistiche. Le quali, però, hanno un approccio improntato soprattutto alla multidisciplinarietà, con un po’ di arrampicata, una spruzzatina di bouldering, una dose di escursioni alpinistiche... Al momento un approccio maggiormente indirizzato verso la specializzazione nel settore dell’arrampicata non è mai stato portato avanti ed è per questo che il Ticino fa fatica a presentare elementi in grado di competere ai massimi livelli». Come per l’arrampicata con la corda, anche per il bouldering l’avvento delle pareti artificiali ha facilitato lo sviluppo dell’aspetto competitivo. E un campione di livello mondiale il Ticino l’ha comunque prodotto... «È Giuliano Cameroni, tra i migliori in assoluto sui massi veri e propri. Sin da bambino è stato abituato, anche per mancanza di strutture artificiali, ad arrampicare all’aria aperta, ciò che lo penalizza quando deve passare su una parete artificiale. Perché, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, se si è abituati ad arrampicare sul “naturale”, l’adattamento all’artificiale risulta assai problematico. Chi invece è avvezzo sin da giovane alla plastica, incontra meno difficoltà per abituarsi alla roccia».
‘Il lavoro che il Club alpino svizzero sta svolgendo a livello giovanile porterà a una fioritura di talenti’
Arrampicata (con la corda) e bouldering (senza corda) sono parenti stretti... «Lo erano, ma adesso ognuno sta prendendo la propria strada. Si sta infatti assistendo a una specializzazione sempre più marcata, come avviene del resto per molte discipline sportive. Risulta sempre maggiore il numero di coloro i quali scelgono di abbracciare soltanto l’arrampicata o soltanto il bouldering. Nel 2020 a Tokyo verrà assegnata una sola medaglia, una sorta di combinata delle tre specialità: velocità, difficoltà (entrambe con la corda) e bouldering. È però assai probabile che a partire dal 2024 a Parigi ogni disciplina possa assegnare un titolo olimpico. Nella Coppa del mondo, d’altronde, le strade si sono già definitivamente divise, con il bouldering che, in quanto estremamente spettacolare, sta conoscendo grande successo. Di recente, ad esempio, a Stoccarda si è svolto l’Adidas Rock Star, alla presenza di diverse migliaia di spettatori». Nato come attività fisica con la quale provare a superare i propri limiti, il bouldering si è sviluppato negli anni in una vera e propria disciplina sportiva, per cui vale la pena capire come si svolgono le competizioni... «Bisogna distinguere tra le gare regionali e quelle a livello nazionale e internazionale. Per le prime, in palestra vengono allestiti 50 boulder di diversa difficoltà e gli atleti hanno a disposizione due ore e mezza per completarne il maggior numero, ovviamente scegliendo tra quelli riservati alla loro categoria. I cinque con il maggior numero di boulder contabilizzati si qualificano per la finale, dove si troveranno alle prese con due salite inedite e mai viste, in quanto i finalisti vengono tenuti in isolamento durante il tempo necessario ai tracciatori per allestire le vie. Avranno a disposizione cinque minuti per cercare di arrivare il più in alto possibile. A livello internazionale i boulder di qualifica sono soltanto quattro o cinque e i concorrenti vengono messi da subito in isolamento. A disposizione hanno 5’ e ogni tentativo fallito corrisponde a una perdita di punti». Nel 2020 verranno assegnate le prime medaglie olimpiche. Come è messa la Svizzera, nazione che con l’arrampicare in montagna ha sempre avuto un feeling particolare? «Vale dapprima la pena ricordare come da noi i praticanti non si contino più nell’ordine delle centinaia, ma già in quello delle migliaia. Un movimento che sta dando frutti anche a livello competitivo. In campo femminile possiamo contare su Petra Klingler, 25enne zurighese che lo scorso anno si è aggiudicata due prove di Coppa del mondo. A livello maschile siamo penalizzati dal fatto che i nostri sono fortissimi nell’outdoor, in quanto possono approfittare di alcune tra le conformazioni più belle al mondo, ma poi pagano dazio quando sono chiamati a trasferirsi sull’artificiale. All’opposto degli elvetici, i giapponesi nascono e crescono sulla plastica delle pareti indoor e ciò ha permesso loro di affinare una tecnica sopraffina che attualmente ne fa la massima espressione di questo sport. Il lavoro svolto negli ultimi anni dal Club alpino svizzero (Cas) per favorire la diffusione del bouldering sta dando frutti succulenti: sono convinto che nel giro di cinque o sei anni la Svizzera sarà in grado di proporre un’importante fioritura di talenti, sui massi naturali come pure sulle pareti artificiali». A livello svizzero il bouldering è cresciuto sotto l’ala del Cas, ma non in Ticino... «La Svizzera ha una sua federazione, ma da noi questo sport non è strutturato. Le varie regioni del Paese dispongono di centri regionali sotto l’egida del Cas e gestiti da varie palestre che fanno da centri di allenamento. In Ticino la necessità di strutturarsi in federazione esisterebbe, ma le tre sezioni del Cas per il momento non ci sentono, per cui andiamo avanti da soli. Abbiamo creato il Team Calanca Boulder con il quale cerchiamo di formare i giovani per portarli a competere a livello nazionale. È possibile che un domani per la federazione svizzera il nostro team possa diventare il punto di riferimento al Sud delle Alpi». Il bouldering è una disciplina dell’arrampicata che viene svolta senza una corda di sicurezza. Ciò nonostante, non comporta alcun fattore di rischio per l’incolumità fisica... «Assolutamente. Detto che chiunque può iniziare, dal ragazzino di cinque anni al cinquantenne con una ventina di chili da smaltire, va sottolineata l’assoluta assenza di pericolo. L’altezza non è mai eccessiva e la caduta è sempre protetta da tappetoni, anche all’esterno. Inoltre, non sono i metri che ci separano dal suolo a determinare la difficoltà di un passaggio. Vi sono occasioni in cui ci troviamo a venti centimetri da terra per effettuare un concatenamento particolarmente difficile che ci costringe a numerose ripetizioni». E se all’inizio ci si dovrà giocoforza limitare a prendere confidenza con le pareti più o meno verticali, con il passare del tempo si potrà letteralmente volare da una presa all’altra. E allora, gratificando il bambino che rimane in tutti noi, ci si potrà finalmente sentire dei veri Spiderman.