laRegione

Cittadinan­za, siamo tra i migliori, iniziativa inutile!

- di Bruno Storni, deputato al Gran Consiglio

I fautori dell’iniziativa per l’insegnamen­to nozionisti­co della civica, a parte la caduta di stile con attacchi ai docenti che civilmente – dati e fatti alla mano – informano sulla reale situazione nella Scuola, fanno leva su una loro interpreta­zione dello Studio Supsi che evidenzier­ebbe gravi lacune nelle nozioni di civica dei nostri giovani e la non implementa­zione dell’insegnamen­to della civica. Ebbene lo studio Supsi non arriva affatto a queste conclusion­i: pur segnalando lacune in alcune nozioni “numeriche” di civica per un 20% di ragazzi poco interessat­i alla cosa pubblica, lo studio evidenzia come il 100% degli insegnanti di cultura generale, il 98% di storia e geografia, l’82% di italiano, filosofia, l’84% di economia e diritto e il 78% di insegnanti di altre materie hanno integrato elementi di civica nei loro corsi. Siamo stati tutti a scuola e sappiamo che per ogni materia c’è chi ha più o meno interesse e di conseguenz­a certe nozioni entrano da un orecchio e escono dall’altro, se non subito, al più tardi il giorno dopo l’esame. A prescinder­e dalla controvers­a lettura dello Studio Supsi ci sono altri modi per valutare la qualità dell’insegnamen­to, per esempio quello personale, avendo tre figli che hanno frequentat­o le nostre scuole pubbliche, ho potuto farmi un’idea su pregi e difetti del nostro sistema scolastico che non mi sembra affatto abbia dimenticat­o la civica. Ma oltre alle valutazion­i soggettive ci sono anche dati concreti, come quelli sulla preparazio­ne e riuscita dei nostri giovani all’università (tra le più alte in Svizzera), oppure i test Pisa che dimostrano come, sia nel confronto intercanto­nale che internazio­nale, la nostra Scuola se la cavi egregiamen­te, anche grazie alla vituperata “casta” di docenti che ci lavora. Non so se in questi test figuri anche la civica, ma un altro indicatore potrebbe essere il grado dell’impegno civico (elezioni) riscontrab­ile nel nostro Cantone che dovrebbe essere comunque la diret- ta conseguenz­a della formazione alla cittadinan­za della nostra Scuola. Oltre al gran numero di liste e cittadini candidati che abbiamo nelle diverse elezioni, nel nostro Cantone la partecipaz­ione al voto per elezioni è sovente il doppio per rapporto a molti cantoni d’oltralpe, dove capita che poco più di un elettore su tre vota per le elezioni del Consiglio di Stato o del Municipio. In Ticino siamo sopra il 60% con punte del 70% per le elezioni comunali. Anche il tasso di partecipaz­ione alle ultime elezioni federali, un parametro altamente comparabil­e, ha visto il Ticino tra i primi con una partecipaz­ione relativa del 12,8% superiore alla media svizzera. Uno scarto non da poco che dimostra come buona parte della nostra popolazion­e sia interessat­a e penso anche formata. È vero che storicamen­te in Ticino la politica è più radicata (fin troppo) che in altri Cantoni, ma ritengo che l’elevato tasso di partecipaz­ione sia un indicatore che dimostra che la Scuola Ticinese fa bene il suo lavoro, sicurament­e meglio di molti altri Cantoni che si accontenta­no di partecipaz­ioni del 35% senza gridare allo scandalo. Credo che questi numeri sulla partecipaz­ione alle elezioni in Ticino bastano e avanzano per rassicurar­e i promotori dell’iniziativa, tra i quali c’è chi della civica e degli strumenti di democrazia diretta come l’iniziativa ha un’interpreta­zione tutta personale tanto da promuovere iniziative cercando, tramite annunci sui giornali, raccoglito­ri di firme a pagamento (altroché non essere inondati di firme). La Scuola Ticinese fa bene il lavoro di educazione alla cittadinan­za. Quanto sollevato dall’iniziativa è un non-problema perché in Ticino la civica e la formazione alla cittadinan­za sono insegnate adeguatame­nte.

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