Sconfitta da cui imparare
Il Vaduz approfitta di un Chiasso stanco per conquistare i tre punti. Urbano: ‘Bisogna sempre rimanere umili’.
Nel calcio, spesso, sono le sconfitte a insegnare più delle vittorie. E da Vaduz il Chiasso può imparare, fare tesoro degli errori. Soprattutto, di come è stata gestita una settimana nella quale la partita di Coppa col Basilea ha probabilmente portato via troppe energie mentali e fisiche, lasciando una squadra stanca già contro l’Aarau, dove comunque un sistema di gioco diverso e un avversario non in grande spolvero avevano permesso di vincere, e facendola arrivare sulle gambe a Vaduz. «Non so se ho sbagliato anch’io, certo che se i giocatori mi dicono di essere pronti vuol dire che lo sono», riflette, forse dando voce ai dubbi, a fine partita Guillermo Abascal Perez. È arrabbiato in particolare per i due cambi fatti alla mezz’ora e a fine primo tempo... «Martignoni non stava facendo tatticamente quello che volevo, non riuscivamo ad essere in superiorità numerica e lasciava troppi spazi, per quello ho inserito Soumaré, che è più veloce, per soffrire meno dietro». In effetti, i rossoblù hanno continuato a faticare, anche dopo i cambi, «ed essi ti cambiano il piano partita. Se qualcuno non è pronto deve dirlo, non bisogna essere egoisti, anche se tutti hanno una grande fame», sospira il tecnico, che alla pausa ha tolto Ceesay.
Abascal Perez: ‘Chi non è pronto non deve dirmi che sta benissimo’
Il Vaduz è arrivato spesso e volentieri davanti alla porta avversaria, e Mossi, in porta dopo l’infortunio di Russo, ha tenuto in piedi il fortino, fino a quando una palla persa, poco dopo l’ora di gioco, ha portato in gol Jüllich. Dopo la rete, la compagine del Principato ha abbassato i ritmi già non altissimi, coi rossoblú che non sono riusciti a creare i presupposti per provare a pareggiare. «Non si può incolpare un solo settore», commenta Orlando Urbano, quando gli si domanda come mai la difesa ha sofferto più del solito. Per l’esperto difensore, manca un po’ di maturità, e ogni sconfitta insegna qualcosa. Dunque, cosa si può imparare da Vaduz? «Che anche quando si è in un momen- to positivo, come accadeva a noi dopo le due partite con Basilea e Aarau, bisogna sempre tenere la guardia alta ed essere umili». Insomma, una domenica, si potrebbe dire, da cui trarre spunti, anche se i punti portati a casa sono zero. Certamente, quando ci saranno ancora tre partite ravvicinate, andranno gestite meglio le energie, e davanti ci vuole più concretezza, ma questo è un problema vecchio come il Chiasso. Il cambio a Martignoni è un segnale che Abascal non fa sconti. Intanto, il primo girone se ne è andato, e il bilancio è tutto sommato positivo. «Potevamo avere quattro punti in più. Ora ricarichiamo le batterie», conclude il mister.