Habemus Papam Ticinensis
Amico mio ascolta. Ti annuncio con grande gioia: abbiamo un nuovo Consigliere Federale! L’eminentissimo e reverendissimo doctor medicus Senior Ignazio, Honorabilis Cassis, Senator al quale (non il quale) è stato (non si è) dato il nome di Ministro degli Esteri.
“La legge e la medicina sono due scienze che ben maneggiate possono essere utili all’umanistica genere. La prima è quasi interamente fittizia, e quanto ella è ben fatta, tanto minore è il bisogno che la società ha di chi la professi; la seconda si appoggia sull’osservazione della natura, ed ella deve essere dovunque difficile a ben apprendersi: ma un soverchio numero o di legisti, o di medici cesserebbe sempre d’essere utile ad una società; poiché tutti quei cittadini che vi si applicassero oltre il bisogno della società o dovrebbero essere cittadini oziosi, ovvero dovrebbero fomentar le liti e le cabale, e le malattie protrarre in lungo per essere occupati, le quali occupazioni non sarebbero certamente degne di ‘studi utili’”. Così insegna il Verri.
Ho capito. Ma come mai, dopo essersi proposto di imparare e poi di insegnare la vera arte del medico si è imparato l’arte del politico?
Chi lo sa? Io no di sicuro. Forse ha preferito guidare un’associazione di uomini più che curarne una di corpi. Tu che ne dici?
Dico anch’io forse. A meno che a un certo punto si sia sentito estraneo ai “corpi”, oppure che i “corpi” siano diventate stranieri a lui. Mah? Una cosa è comunque chiara. È bene che il Tessiner o il Tessinois tenga gli occhi ben aperti affinché nel nido della speranza non arrivi il solito cuculo a deporre le uova.
Amico mio... supponiamo: tu come ti comporteresti?
Io? Mi è facile dirtelo… io non sono a Berna: per prima cosa mi lascerei sfuggire alcuni difetti. La perfezione non crea amore. E anche qualche errore. Ti ricordi la lezione del signor Nessuno: “Gli errori, nonostante tutto, sono, sotto certi aspetti, un bene. Servono agli altri per trovare una soluzione”.
Sì, purché non vadano più in là dei semplici tentativi.
Ti ricordi gli insegnamenti: “La legge è la sua norma, la giustizia il suo sospiro, la libertà la sua vita, i suoi diritti la sua gloria, i suoi doveri il suo orgoglio… Egli non vive che di amor fraterno, non ha sete se non che del bene altrui, non sogna se non comune felicità ed allegrezza”.
Mi ricordo sì. E non finiva lì… “l’amore, la compassione, la bontà, il disprezzo della menzogna, la predilezione per i deboli, i poveri, gli oppressi”…
Invece?
Invece si ascolti il Girella:
“E poi senza confondermi né a sinistra, né a destra o principe o repubblica, terrei della minestra”!
Amico mio, non si dimentichi ciò che Zarathustra, camminando verso il sole, disse: “O tu, grande astro! Che cosa sarebbe la tua felicità se non avessi coloro che illumini?”.