Alla Diamond Sa saltano venti posti
I licenziamenti, causati dalla mancanza di ordinazioni, secondo i vertici non potevano essere evitati in quanto la richiesta di introdurre il regime di orario ridotto non è stata accolta dall’Ufficio del lavoro.
La notizia di licenziamenti alla Diamond Sa di Losone è rimbalzata ieri sui portali, anticipata da Tio. Saranno una ventina i posti di lavoro tagliati, secondo il portale, ma nessuna dichiarazione nel merito è stata rilasciata dai vertici dell’azienda leader nella produzione di componenti per fibra ottica. Da noi contattata, la direttrice Finanze e personale dell’azienda, Erina Peri, ha eccezionalmente voluto puntualizzare la situazione: «Confermo che abbiamo dovuto ricorrere a dei licenziamenti. In passato abbiamo introdotto il regime di orario ridotto per superare i momenti durante i quali il volume delle ordinazioni non ci permetteva di garantire la piena capacità produttiva. In quest’ultima occasione, però, l’Ufficio cantonale del lavoro ci ha negato un’ulteriore autorizzazione all’orario ridotto. Diamond Sa ha quindi dovuto prendere altri provvedimenti».
‘Vogliamo tutelare la manodopera’
È risentita, Erina Peri, perché «il nostro desiderio è quello di tutelare la nostra manodopera, tra l’altro costituita al 70% da persone residenti. E continua: «È giusto che si sappia che Diamond è un’azienda svizzera gestita da un imprenditore svizzero come il signor Gerber – e non ne sono rimasti molti – che con tutte le sue forze ha cercato nel corso degli anni di mantenere i posti di lavoro sul territorio nazionale. Si sarebbe potuti andare con la produzione in Paesi a basso costo di manodopera, ma invece si è deciso che era più importante continuare a garantire i posti di lavoro nel nostro Paese». Per proseguire un cammino spesso problematico, compiuto su un terreno contraddistinto da un mercato concorrenziale e costellato da difficoltà strutturali. Ciò che negli anni ha portato l’azienda a dover rivedere ampiamente la sua dotazione di personale, passato dalle 800 persone del 2001 alle 210 che rimarranno dopo questi ulteriori 20 licenziamenti. «Di solito informiamo esclusivamente i nostri collaboratori, perché a loro vanno le nostre spiegazioni – conclude la direttrice Finanze e personale – ma a volte, come ora, è necessario “uscire dagli schemi” per dire a chiare lettere che un’azienda totalmente svizzera, impegnata a mantenere posti di lavoro a favore di famiglie svizzere e ticinesi, meriterebbe non dico trattamenti di favore, ma più buonsenso».