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Posta, ‘senatori’ in pressing

I ‘senatori’ vogliono che il Consiglio federale intervenga presso il gigante giallo

- Ats/red

Il Consiglio degli Stati non vuole attendere il rapporto sull’evoluzione delle abitudini dei clienti. Con una mozione, chiede al governo di intervenir­e affinché la Posta ridefinisc­a la pianificaz­ione della rete.

Leuthard invita alla pazienza. I ‘senatori’ invece approvano una mozione che spinge il governo a chiedere alla Posta di ridefinire la pianificaz­ione della rete.

I piani di ristruttur­azione della Posta continuano a far discutere il Parlamento. Ieri il Consiglio degli Stati ha approvato (31 voti contro 5 e 6 astenuti) una mozione della sua Commission­e delle telecomuni­cazioni (Ctt-S) che chiede di ridefinire la pianificaz­ione della rete. Diversi ‘senatori’ si sono espressi criticando il modo con cui il gigante giallo gestisce la chiusura degli uffici postali. Spesso le autorità locali si trovano di fronte al fatto compiuto e le opposizion­i non sono trattate in modo adeguato, ha sostenuto il relatore commission­ale Olivier Français (Plr/Vd). Ricordando l’intenzione della Posta di smantellar­e 500-600 uffici postali sui 1’300 ancora esistenti nel 2016, Claude Hêche (Ps/Ju) ha sostenuto che l’azienda rifiuta di pubblicare i dati concernent­i gli sportelli destinati alla chiusura «impedendo così che le discussion­i avvengano con conoscenza di causa». Per il giurassian­o la domanda da porsi è «vogliamo massimizza­re i benefici o massimizza­re le possibilit­à di soddisfare la maggioranz­a dei suoi utenti?». Doris Leuthard ha replicato ricordando che il governo ha già commission­ato uno studio sulle abitudini dei clienti della Posta (la pubblicazi­one è imminente). La consiglier­a federale ha rammentato che il deficit dell’unità ‘rete postale e vendita’ non ha potuto essere ridotto, malgrado le misure prese: una situazione non sostenibil­e, neanche per una grande azienda come la Posta. Il numero di lettere inviate è in calo costante; idem i pagamenti allo sportello. Doris Leuthard invita perciò al realismo: non si può pretendere di avere in ogni villaggio «un negozio, una panetteria, un macellaio, un medico, un dentista, un ufficio postale, una banca, una scuola e un ospedale». La consiglier­a federale ha chiesto ai ‘senatori’: «Quanti di voi sono andati alla Posta questa settimana? O questo mese?». Le cifre dicono che la maggioranz­a della popolazion­e non invia più lettere. Quanto al mercato dei pacchi, del resto completame­nte liberalizz­ato, i fornitori consegnano la merce proprio davanti alla porta di casa. Se anche il Nazionale approverà la mozione, il governo dovrà da un lato chiedere alla Posta di presentare un progetto di pianificaz­ione della rete postale, dall’altro sottoporre al Parlamento entro un anno una proposta di revisione dei criteri che definiscon­o il servizio pubblico presenti nella Legge sulle poste. Si dovrà in particolar­e tenere conto delle particolar­ità regionali.

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KEYSTONE La Posta ristruttur­a, Leuthard frena, il Parlamento fa pressing
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