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Macron ha un sogno: l’Europa

Il presidente francese ha illustrato ieri la sua ‘iniziativa’ per rilanciare l’Unione Discorso alato alla Sorbona. Dalla Difesa unificata alla gestione comune della sicurezza. Ma senza Merkel non se ne farà nulla.

- Ansa/e.f.

Parigi – “Douce Europe”: il sogno europeo di Emmanuel Macron è andato ieri in scena alla Sorbona, tra applausi (dentro) e contestazi­oni (fuori). Il presidente francese ha illustrato quella che ha preteso essere una “iniziativa”: cambiare marcia, tagliare le inefficien­ze, istituire un esercito comune, un bilancio, un ministro delle Finanze, integrare davvero i partner, dalla scuola che dovrà insegnare a tutti due lingue all’intelligen­ce che deve proteggere dal terrorismo. Gli Stati Uniti d’Europa, insomma. Che, detto da un presidente francese, pare davvero una novità storica. Ma detto da questo presidente francese ha anche l’aria di un volo alto sì, ma low cost, considerat­o che l’intelligen­za di cui dispone avrà garantito a Macron che può stare tranquillo: le sue bellissime parole tali resteranno. Non solo perché chi gli avrebbe dovuto fare da garante, Angela Merkel, avrà ben altro di cui occuparsi per qualche tempo (nel migliore dei casi); ma anche perché le grandi costruzion­i, seppure ideali, richiedono fondamenta molto solide. E Macron, insomma... Comunque. L’orizzonte del programma di “rifondazio­ne” di quest’Europa “debole, lenta e inefficace” è quello del 2024, più precisamen­te del giorno della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi 2024, a Parigi. Quel giorno, “risuonerà l’Inno alla Gioia, la bandiera europea sventolerà accanto a quelle nazionali”, ha annunciato il presidente. Che, non essendo nato ieri, sapeva bene che cosa volevano sentire molte orecchie: “sicurezza”. E infatti l’ha messa al posto delle condizioni senza le quali “non c’è il vivere insieme”. Anzi, di più: di fronte al “disimpegno degli Stati Uniti” e ad un “fenomeno terroristi­co duraturo”, c’è bisogno di una “procura comune antiterror­ismo”, di una “accademia europea dell’intelligen­ce”, di un “ufficio europeo dell’asilo” per filtrare i migranti aventi diritto e di una “polizia europea delle frontiere”. Senza precisare se intendesse quelle esterne o quelle interne che Parigi tiene ancora chiuse, per esempio, verso l’Italia. La Difesa: cancelland­o un retaggio incancella­bile per un certo sciovinism­o francese, Macron ha evocato una “forza di intervento comune europea”, una sorta di esercito Ue che dovrebbe muovere i primi passi addirittur­a nel 2020, con un “bilancio comune” per la Difesa e una “strategia di intervento” condivisa. Per non dire poi dell’urgenza di rimuovere schemi superati, come le “elezioni europee che ogni Paese gestisce senza mai parlare di Europa”. E così, basta con la paura dell’Europa a due velocità, perché già esiste “e non dobbiamo avere paura di dirlo e di volerlo”. Beaucoup, Monsieur le President, anche troppo.

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KEYSTONE Douce Europe

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