In dodici a rischio
Le lungaggini burocratiche procrastinano l’ottenimento dell’autorizzazione per operare: ‘Eppure il lavoro non manca’
«Stiamo cercando di fare l’impossibile per non chiudere». Lo precisa subito Pierangelo Casarotti, il quale dal 17 maggio ha preso le redini della Team 3000 di Balerna, ditta che si occupa di metalcostruzione. Azienda che, però, è stata costretta ad inviare un licenziamento collettivo cautelativo per il prossimo 30 settembre. Il motivo? «La burocrazia» ha spiegato il titolare al portale
«A rischio – ci spiega Casarotti, interpellato ieri – ci sono dodici dipendenti». Sul banco degli imputati, se così si può dire, c’è finita la Lia, ovvero la Legge sulle imprese artigianali. «Abbiamo dei lavori programmati per più di un milione e mezzo di franchi, e questo è solo l’inizio – aggiunge –. Il problema, però, è che non avendo la certificazione ‘Lia’ il committente non ci dà ancora il mandato perché ha paura delle multe». Da qui dunque, il timore di dover chiudere e le lettere di licenziamento cautelativo. Le lungaggini burocratiche sarebbero dovute a un ritardo nella consegna di parte della documentazione e, allo stesso tempo, di uno slittamento dell’evasione della pratica. «Effettivamente un ritardo c’è stato – con-
ferma Casarotti – ma entro la fine di agosto abbiamo consegnato tutto». Poi secondo il titolare, la promessa degli uffici di analizzare la situazione all’inizio di settembre non è stata mantenuta e «ci hanno rimandati a ottobre». Dal canto suo, la direttrice della Commissione di vigilanza Cristina Bordoli Poggi ha spiegato al portale online che “alla ditta è sato concesso un lasso di tempo sufficiente per sistemare numerose mancanze di documenti”, aggiungendo inoltre che “la domanda è stata trattata tempestivamente non appena completata”. Quel che resta da comprendere, ora, è quel che riserva il futuro: «Abbiamo la certificazione della commissione paritetica – conclude Casarotti –. Ma senza la certificazione Lia nessuno ci dà il lavoro». Tutte le parti coinvolte, par di capire, si sono attivate e sono all’opera per trovare una soluzione. Anche alla Team 3000 – conclude – «stiamo lottando tutti per evitare di chiudere».