laRegione

La responsabi­lità in vacanza

Per la giornata mondiale del turismo, dedicata quest’anno alla sostenibil­ità, leggiamo un saggio sui molti, e inaspettat­i, problemi morali che ci attendono anche in vacanza

- Di Ivo Silvestro

Anche una vacanza può costituire un problema morale. E questo senza bisogno di scomodare casi estremi come il turismo sessuale su minori che, anzi, costituisc­e un problema etico tutto sommato semplice: è moralmente sbagliato, oltre che illegale in Svizzera dal 2006. Invece, ecco che un banale soggiorno balneare può rivelarsi moralmente incerto e complicato, se pensiamo ad esempio all’impatto che la nostra vacanza può avere sui luoghi che, noi e altre centinaia di migliaia di persone, visitiamo. E “centinaia di migliaia” è facilmente una stima per difetto: solo consideran­do il turismo internazio­nale, l’anno scorso hanno viaggiato 1,2 miliardi di persone, e le stime parlano di 1,8 miliardi entro il 2030, ha spiegato il segretario dell’Organizzaz­ione mondiale per il turismo (Unwto) Taleb Rifai nel suo messaggio per la Giornata mondiale del turismo che si tiene oggi. Giornata quest’anno dedicata, appunto, al turismo sostenibil­e, insomma al problema dell’impatto, sull’ambiente e sulla popolazion­e, dei turisti. Impatto che può essere devastante, se pensiamo a quello che è accaduto a Torremolin­os, sulla Costa del Sol, località divenuta molto popolare negli anni Cinquanta del Novecento – tra i frequentat­ori troviamo Marlon Brando, Brigitte Bardot e Frank Sinatra – e poi abbandonat­a a causa di sovraffoll­amento e inquinamen­to delle spiagge, con i turisti che hanno iniziato a invadere, con le stesse modalità, le località vicine. E questo “effetto Torremolin­os”, come viene chiamato dagli esperti, è solo uno dei problemi morali legati al turismo, come raccontato nell’interessan­te ‘Etica del turismo’ (Carocci 2017) di Corrado Del Bò, professore di filosofia del diritto alla Statale di Milano. Il libro nasce come testo universita­rio (Del Bò insegna anche Etica e filosofia del turismo a Lucca), ma non per questo risulta ostico, anzi: è una lettura molto piacevole e, se proprio non interessan­o le parti più teoriche, le si possono anche saltare – anche se è un peccato per la chiarezza con cui l’autore riassume, nel secondo capitolo, le varie teorie etiche – passando direttamen­te alle difficoltà etiche legate al turismo affrontate sempre argomentan­do le varie posizioni, mai fornendo una semplice ricetta “per essere più buoni”. Della sostenibil­ità si è già accennato; più sottile la questione dell’equità, affrontata da Del Bò da due punti di vista. Il primo è quello della distribuzi­one dei benefici economici che, soprattutt­o quando si parla di strutture di lusso in Paesi in via di sviluppo, spesso non raggiungon­o le popolazion­i locali. Il secondo riguarda la distribuzi­one di beni turistici per loro

natura limitati come un museo o un parco naturale che più di tante persone non possono accogliere. Come regolare l’accesso? Tramite coda, favorendo chi ha tempo, o facendo pagare un biglietto caro, favorendo invece chi ha denaro, oppure ancora tramite sorteggio? Altri capitoli molto interessan­ti riguardano

il rispetto che va portato in alcuni luoghi – pensiamo all’inopportun­ità di scattarsi un ‘selfie’ ad Auschwitz – e quello sull’incontro tra culture che il turismo, soprattutt­o se internazio­nale, porta con sé. Il problema, osserva acutamente Del Bò, spesso non sta nel non uniformars­i agli standard etici dell’altro, ma nel non rispettare neppure i propri; detto in maniera più semplice: spesso da turisti ci comportiam­o altrove come mai ci sogneremmo di fare in casa nostra, ad esempio fotografan­do e filmando cerimonie sacre e in generale svilendo l’umanità ‘altra’, trattandol­a come se fosse esposta in uno zoo.

 ?? KEYSTONE ?? Abbronzatu­ra sul luogo di una tragedia. Moralmente riprovevol­e o lecito?
KEYSTONE Abbronzatu­ra sul luogo di una tragedia. Moralmente riprovevol­e o lecito?

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland