Tanta energia per nulla
Il Lugano segna, pattina, domina, e poi... si perde. E lo Zugo ringrazia, con una rimonta che ha quasi dell’impossibile.
Lugano – Come un pugile suonato. Di quelli che, prima ancora di provare a difendersi, hanno semplicemente bisogno di un po’ d’aria da respirare. Questo sembra lo Zugo del primo tempo. Schiacciato letteralmente nel proprio terzo di difesa da un Lugano che fa ciò che vuole. E quando vuole. Non solo per il vantaggio di due gol dopo una dozzina di minuti. Bensì pure per tutto il resto. Grazie a un’incredibile dose di energia, che gli permette di fare tutto meglio, e più rapidamente, del suo avversario. In sostanza, non solo gli uomini di Greg Ireland entrano nel terzo degli ospiti con estrema facilità, ma dopo averlo fatto praticamente mettono le radici, siccome vincono in sostanza tutti i duelli uno contro uno. Insomma, quello è il miglior Lugano della stagione.
Non basta il miglior Lugano della stagione. In un primo tempo che alla fine sarà decisivo.
Vedendola così, è davvero incredibile che al termine del primo tempo i bianconeri siano avanti di un solo gol. E se succede, buona parte della colpa è di tale Garrett Roe, al 15’38’’. Con l’americano tascabile che, pochi secondi dopo l’inizio di una contestata penalità fischiata a Klasen (contestata pure dallo stesso svedese, stizzito per un fallo nei suoi confronti non ravvisato dagli arbitri qualche istante prima), mette a frutto un powerplay che è senz’altro l’arma migliore (se non addirittura l’unica) dello Zugo ammirato alla Resega. L’altra parte di colpa, invece, ce l’ha proprio il Lugano. Il cui dominio in quei primi venti minuti (e nei dieci che seguiranno) doveva, per forza, consentirgli di beneficiare di un margine di vantaggio maggiore. A conti fatti, sarà proprio tutta quell’energia non tradotta in reti a decidere le sorti del confronto. Per uno Zugo che vince in rimonta sfidando l’impossibile, in una di quelle serate in cui ti va bene un po’ tutto. Con un gol per tempo, di cui due su tre realizzati in complessivi 5 minuti e 55 secon-
di trascorsi in pista con un uomo in più. Al contrario dei bianconeri, incapaci di tradurre in rete dieci minuti effettivi di superiorità numerica.
Al contrario dei bianconeri, gli ospiti sfruttano i powerplay, e alla fine tanto basta
Ancor più del pareggio di Klingberg al 39’, ai bianconeri fa male il 3-2 di Schnyder al 50’. Con il povero Merzlikins beffato da una deviazione sotto porta su un appoggio di Diaz che il portiere bianconero neppure riesce
a vedere. Eppure, nonostante tutto, il Lugano non smette mai di crederci. Mettendo più dischi possibili sulla porta di Stephan, dopo aver ridotto a tre le linee per cercare di forzare i tempi. Nonostante tutto, e un parziale di conclusioni nettamente a suo favore (alla fine saranno ben 38 a 21, con addirittura un parziale di 12-5 nell’ultimo tempo), il generoso Fazzini e i suoi compagni non riescono più a rientrare. Mentre Stalberg e compagni, nonostante tutto, portano a casa i tre punti. E sarà anche vero che a difendersi e basta si corrono dei rischi, ma a volte ci si riesce.