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Il fascino dell’antieroe

Presentato a Casa Borgo ‘Doctor Reset’, opera prima di Dario Neron Doc, psichiatra 57enne alla deriva, ha anche una sua dignità locarnese. Musica e immagini per il reading di un noir di tutto rispetto.

- Di Beppe Donadio

Luci basse e Casa Borgo in silenzio ad ascoltare Doc. È andato in scena tra immagini e musica indie rock – quella di Charlie Roe, in apertura di serata – la presentazi­one ufficiale in terra ticinese di “Doctor Reset”, opera prima di Dario Neron. Vincitore del Premio InediTO Colline di Torino edizione 2016, ambito riconoscim­ento che premia ogni anno opere letterarie inedite, il romanzo di Neron – architetto paesaggist­a che lavora in Svizzera interna, ma nativo di Orselina – è ora un libro reale e ‘fisico’, edito dall’italiana Camaleonte Edizioni. Tratti dalla serata di sabato 23 settembre, ecco brevi highlight di un incontro tra autore e pubblico «riuscito e con una certa dose di fortuna», parole di Dario, felice che non sia piovuto. “Doctor Reset” è la storia di uno psichiatra 57enne che si è inventato un metodo per cancellare i ricordi scomodi dalla mente dei suoi pazienti. Un metodo illegale, fatto d’ipnosi e strane sostanze, una cura che apre a conseguenz­e di un certo peso, non necessaria­mente legate alla legge. “Doctor Reset” è anche una storia d’amore, di quelle che non si fanno mancare nemmeno un po’ d’erotismo senza troppi fronzoli, escluso però dal reading pubblico («Ho pensato che non fosse il caso», commenta Dario, volendo tutelare una platea eterogenea). Pur con editore che si preoccupa di diffondere il suo verbo, Neron ci mette del suo in quanto accade oltre confine: «C’è il Festival di Letteratur­a italiana di Zurigo che parte la prossima settimana – racconta – e il London Italian Literature Festival alla fine d’ottobre, dove un’amica andrà per me. Il prossimo fine settimana sarò a Torino per “Portici di carta” insieme a Valerio Vigliaturo, il mio editore, e a Francesco Delle Donne (altro vincitore del Premio InediTO, ndr). Presentere­mo i nostri scritti».

‘I vincitori? Mai troppo benvoluti’

Sporco, brutto e cattivo come impone il genere, Doc – con un piede nel baratro e l’altro perennemen­te in fallo – è l’antieroe per eccellenza. «Non è molto diverso da Mister Bean, come fai a non volergli bene?» dice il suo creatore, che sui vincitori si esprime così: «Non mi sembrano mai troppo benvoluti, né sempre i benvenuti. L’antieroe ha il suo fascino. Chi a stento riesce ad allacciars­i le scarpe, spesso ha delle potenziali­tà nascoste». Premesso che Neron le scarpe se le sa allacciare da solo – visto il ‘buona la prima’ del suo romanzo e l’aver messo in riga scrittori con più d’una pubblicazi­one all’attivo – Dario è egli stesso antieroe, per quel profilo basso che è una qualità e non una posa (leggasi: non se la tira per niente).

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CARLO RUSCA ‘Doc non è diverso da Mister Bean, come fai a non volergli bene?’

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