I NODI DELLA VICENDA
Il mandato diretto Quando il Dss firma, Argo 1 non esiste ancora. Il contratto è sottoscritto il 16 settembre 2014, entra in vigore retroattivamente il 27 luglio 2014 ed è concluso a tempo determinato (scadenza il 31.12.2014). Argo 1 è descritto come il “reparto operativo” della ditta OtenyS. Si costituisce come ditta iscritta a registro di commercio il 27 novembre 2014. Amministratore unico è Davide Grillo, responsabile Marco Sansonetti. Il mandato statale viene rinnovato tacitamente fino al 22 febbraio 2017, quando esplode il caso: finiscono in carcere Sansonetti e il suo braccio destro, sospettato (e poi condannato) per collaborazione con il terrorismo islamico. Il Controllo cantonale delle finanze stabilisce che il Dss non aveva la competenza né per sottoscrivere il contratto (serviva l’autorizzazione del Consiglio di Stato), né per il rinnovo (che doveva implicare un concorso pubblico).
Cosa stabilisce il contratto La tariffa oraria base: 35 franchi; il supplemento per lavoro notturno, domenicale e festivo (10% della tariffa base); il rimborso dei costi di trasferta. Devono lavorare “almeno otto persone per struttura”.
I centri Argo 1 viene preferita dal Dss a Rainbow quando i richiedenti l’asilo da Lodano vengono spostati a Lumino (fine luglio 2014). Il numero di centri poi aumenta. Ad ottobre del 2014 aprirà quello di Peccia, sempre sotto la vigilanza di Argo 1. L’agenzia si occuperà nello stesso anno anche di Camorino, a Rivera inizierà nel 2015.
Il businness di Grillo Falò risale a quella che potrebbe essere la vera attività della Argo 1: attraverso una sua società in Italia, la ‘Care Research’, Grillo trasferisce in Ticino forti somme di denaro servendosi di Argo 1. Un flusso milionario. Il titolare ne tiene per sé una parte, il resto finisce a Londra e nell’Est Europa. Argo 1 – si interroga Falò – è servita per smistare capitali di dubbia provenienza?
Tra fallimenti e rinascite
A registro di commercio l’11 gennaio 2016 rispunta un’altra Otenys Sa, sempre a nome di Grillo, ma con la ‘s’ finale minuscola. Il 30 giugno 2017 la ditta cambia nome in Swaprom, con recapito ad Arbedo, comune di domicilio del titolare. Il 16 agosto 2017 viene pronunciato dalla Pretura il fallimento della Argo 1.
Le cene regalate Scambi di favore? Oppure strategie messe in atto per ingraziarsi i funzionari? Falò mette in luce una connessione certa: Sansonetti prenota alla capo del Servizio richiedenti l’asilo e al suo compagno, Fiorenzo Dadò, un soggiorno all’hotel Bagni Vecchi a Bormio. Invia 150 euro di anticipo, che lascerà come omaggio agli ospiti offrendogli due cene. Il soggiorno si svolge dal 23 al 26 ottobre 2014, nello stesso mese in cui Argo 1 ottiene il secondo centro a Peccia.
Gli scoperti e le irregolarità Dalle testimonianze raccolte da Falò emerge un quadro agghiacciante: personale insufficiente, centinaia di ore di straordinari pagate in nero, lavoro notturno e festivo non riconosciuto, contributi sociali non saldati, spese di trasferta non rimborsate, nominativi di agenti in servizio in realtà non presenti nella struttura, persone non autorizzate impiegate come agenti di sicurezza (quanto al ‘nero’, secondo il sindacato Unia supererebbe complessivamente i 300mila franchi). È soprattutto a Peccia che si sarebbero camuffate le irregolarità, poiché il centro era lontano da Bellinzona e i controlli più sporadici. Controlli preannunciati? “Quando c’erano i controlli del Cantone, Sansonetti lo sapeva”. È uno degli elementi che emerge dalle testimonianze raccolte da Falò. I funzionari sentiti dalla Sottocommissione parlamentare confermano nelle loro audizioni di aver eseguito visite “sia pianificate che estemporanee” ai centri sorvegliati da Argo 1, e di non aver mai riscontrato alcuna irregolarità.