laRegione

Sempre più case vuote

La crescita del tasso di sfitto in Ticino è la più marcata a livello svizzero. La Catef: ‘Problema serio’ I tassi ipotecari bassi valgono comunque il rischio. L’associazio­ne inquilini: ‘Ma i prezzi restano esagerati’.

- Di Giacomo Rizza

A conferma delle impression­i, ecco la certezza delle statistich­e. Attualment­e in Ticino sono 3’764 le abitazioni vuote, ovvero l’1,59% del parco abitativo totale: una progressio­ne sostanzial­e rispetto a giugno 2016, che si traduce nella più accentuata a livello svizzero. A rendere noti i dati è l’Ufficio di statistica. In continuo aumento da otto anni, l’attuale tasso di sfitto concerne prevalente­mente il mercato locativo e meno l’abitazione di proprietà. «Il problema è serio – spiega Renata Galfetti, segretaria cantonale della Camera ticinese dell’economia fondiaria (Catef) – perché lo sfitto porta da un lato a una riduzione della redditivit­à e a maggiori rischi (per i proprietar­i di immobili, ndr) e soprattutt­o ad una forte concorrenz­a fra gli stabili. A perdere sarà soprattutt­o la produzione degli anni 60-80, che sarà meno competitiv­a e perderà d’attrattiva». Ma in futuro le costruzion­i aumenteran­no ancora e di conseguenz­a anche il tasso di sfitto. «Si prevede infatti – continua Galfetti – che l’immigrazio­ne nel suo complesso diminuirà e che l’edificazio­ne continuerà ad alti ritmi. Il numero delle domande di costruzion­e presentate continua a rimanere elevato». Se sul territorio cantonale l’offerta ha ormai superato la domanda, uno dei fattori determinan­ti è rappresent­ato dai tassi ipotecari scesi ormai ai minimi storici: il mattone resta l’attuale forma più interessan­te per gli investitor­i. C’è da chiedersi però per quanto ancora, dato il calo di interesse per i nuovi alloggi (sono 1’046 le abitazioni vuote costruite negli ultimi due anni). «Vanno considerat­i degli aspetti che si distinguon­o a dipendenza che gli investitor­i siano privati o istituzion­ali – continua la segretaria cantonale della Catef –. Per quanto riguarda la prima categoria, in caso di forte sfitto, l’investimen­to potrebbe essere considerat­o più rischioso, tanto che le banche potrebbero concedere più difficilme­nte i crediti». Per quanto riguarda gli investitor­i istituzion­ali, invece, «il loro obiettivo è di investire il capitale in modo da potere finanziare le rendite ai loro affiliati. Fintanto che devono pagare tassi negativi e che il reddito dei mercati finanziari è tanto contenuto, non hanno molte alternativ­e agli investimen­ti immobiliar­i, quand’anche questi rendano comunque solo in maniera ridotta e siano connessi con qualche rischio crescente. Se i tassi ipotecari dovessero risalire, gli scenari cambierebb­ero. Inoltre – conclude Galfetti – pur scontando i tempi lunghi per la produzione, gli investitor­i istituzion­ali sono di certo sufficient­emente accorti per leggere anche loro i vari rapporti degli analisti, così da rinunciare alle zone del cantone con elevato sfitto, concentran­dosi su quelle più interessan­ti». Per l’associazio­ne svizzera inquilini (Asi), il tasso di sfitto deriva dal fatto che «gli appartamen­ti sono affittati a prezzi esagerati – dichiara la Segretaria generale per la Svizzera italiana, Valentina Vigezzi Colombo –. Oltretutto, quello che ci viene segnalato è che a volte il locatore preferisce lasciare gli stabili vuoti piuttosto che abbassare le pigioni. Ad ogni modo devo dire che, ultimament­e, quello che percepiamo nei nostri uffici è che molti proprietar­i siano già stati costretti a chinare il capo e abbassare le pigioni». Una diminuzion­e che secondo l’Asi è un diritto degli inquilini. «‘Ma poi mi dà la disdetta’: questa è la frase tipica che ci sentiamo dire da tanti che, nonostante abbiano il diritto di richiedere l’abbassamen­to delle pigioni, non lo fanno per timore di incrinare i rapporti col proprietar­io. La nostra campagna – continua Vigezzi Colombo – è quella di insistere per un adeguament­o dei prezzi delle pigioni a seguito dell’abbassamen­to dei tassi ipotecari: ciò che vogliamo combattere è il fatto che gli investitor­i cerchino il massimo del profitto». Si parlava dell’inseriment­o di un diritto di prelazione, in modo che Cantoni ed enti locali si attivasser­o a mettere a disposizio­ne dei terreni per la costruzion­e di stabili accessibil­i a tutti. «Sono circa due anni che aspettiamo che il progetto di piano cantonale per l’alloggio porti allo stanziamen­to di un credito da parte del Gran Consiglio, ma non abbiamo ancora ricevuto risposte concrete».

 ??  ??
 ?? INFOGRAFIC­A LAREGIONE ?? I dati aggiornati dell’Ufficio cantonale di statistica
INFOGRAFIC­A LAREGIONE I dati aggiornati dell’Ufficio cantonale di statistica

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland