laRegione

Argo 1, gli inquirenti sospettano la frode fiscale

Milioni sottratti all’erario italiano e riciclati in Ticino, prima di essere smistati altrove

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Soldi sporchi dietro alla Argo 1? A questo interrogat­ivo, emerso nell’inchiesta di Falò, stanno cercando di rispondere anche gli inquirenti ticinesi. La Procura sospetta infatti che la società di Cadenazzo abbia riciclato milioni sottratti all’erario italiano. Ne dà notizia la Rsi, specifican­do che il raggiro sarebbe stato messo a segno approfitta­ndo della legge italiana, che concede la possibilit­à di dedurre dalle imposte gli investimen­ti a favore della ricerca e dello sviluppo. La Argo 1, si ricorderà, figurava quale “reparto operativo” della ditta OtenyS, votata ad attività in ambito informatic­o. Sarebbe la collaboraz­ione con la ditta italiana Care Research (Treviso) ad essere poco chiara: fatture intestate OtenyS per servizi mai effettuati, milioni transitati in cassa in Ticino e poi smistati a Londra e nell’Est Europa. L’amministra­tore unico della OtenyS/Argo 1 Davide Grillo contesta ogni accusa. Le prestazion­i erogate – fa sapere alla Rsi – erano reali. Il suo legale, Cesare Lepori, ha già chiesto un incontro con il ministero pubblico per chiarire i fatti.

‘Controlli noti? Accusa gravissima’

“L’accusa è gravissima (...). Configura la tesi di un inammissib­ile trattament­o di favore intenziona­le verso Argo 1”. Ridestatos­i da non si sa bene quale torpore, Paolo Beltramine­lli al ‘Caffè’ reagisce alla “tesi” che emerge “in diversi passaggi” dell’inchiesta di Falò andata in onda giovedì scorso. Ospite in studio, il direttore del Dss non aveva replicato alle testimonia­nze raccolte nel servizio giornalist­ico: due ex agenti di Argo 1 avevano raccontato che il responsabi­le dell’agenzia di sicurezza, Marco Sansonetti, sapeva quando avvenivano i controlli del Cantone. Interpella­to dal domenicale sul “sospetto di corruzione”, Beltramine­lli spiega di aver contattato il procurator­e generale John Noseda, “che mi ha confermato per la quarta volta che non vi sono procedimen­ti penali in atto nei confronti di collaborat­ori dell’amministra­zione”. L’inchiesta della magistratu­ra è in corso: “La Procura ha certamente visionato anche il servizio di Falò e ha gli strumenti per indagare nel dettaglio – risponde Beltramine­lli –. È ovviamente fondamenta­le per noi capire se vi siano o meno elementi di natura penale”. Quanto alla scelta di Argo 1, il direttore del Dss ritiene ancora oggi di “non aver perso denaro”, ma “anzi” di averne “risparmiat­o”, visto il “prezzo favorevole”. Un prezzo “molto interessan­te ancorché comunque plausibile”. Il che cozza contro il parere di Unia e dei testimoni sentiti da Falò. Intanto il Ppd, per il tramite del presidente Fiorenzo Dadò, si smarca dagli altri partiti e sollecita “un’inchiesta esterna indipenden­te dalla politica e dall’amministra­zione”, come annunciato ai microfoni Rsi. Gli altri gruppi, lo ricordiamo, sono a un passo dall’istituire una Commission­e parlamentr­e d’inchiesta (v. ‘laRegione’ di sabato).

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